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La crisi climatica aumenta il rischio di inquinamento da mercurio

La crisi climatica aumenta il rischio di inquinamento da mercurio

In Artide lo scioglimento dei ghiacci dovuto alla crisi climatica sta liberando grandi quantità di mercurio con rischi concreti per la salute.

Il mercurio è il nuovo pericolo dovuto alla crisi climatica globale. La minaccia arriva direttamente dalle regioni dell’Artide dove l’aumento costante delle temperature sta portando allo scioglimento dei ghiacci. Se questo già non fosse un problema per via dell’innalzamento del livello dei mari, secondo una ricerca dell’Università del New Hampshire, il processo rischia di liberare ingenti quantità di mercurio: sostanza altamente tossica sia per l’uomo che per gli animali.

Crisi climatica, scioglimento dei ghiacci e mercurio

Nella ricerca pubblicata sulla rivista Geochemical Perspectives Letters, gli scienziati hanno esaminato il collegamento tra la crisi climatica in atto e il rilascio e conseguente inquinamento da mercurio. Il mercurio fino ad ora era rimasto intrappolato nel terreno ghiacciato. L’aumento delle temperature e lo scioglimento di ghiacci e nevi perenni starebbe tuttavia permettendo il rilascio di mercurio nell’ambiente in forme diverse e sostanzialmente tossiche. Le conseguenze ambientali del fenomeno sarebbero al momento imprevedibili.

Dai dati sarebbe emerso un significativo aumento della quantità di tutte le forme di mercurio, solido, liquido e gassoso. Particolarmente preoccupante per i ricercatori sarebbe l’aumento di metilmercurio nell’ambiente, una neurotossina particolarmente pericolosa. Aria, acqua e suolo nella zona di Abisko, in Svezia oltre il circolo polare artico, sono state analizzate constatando un maggiore presenza della sostanza rispetto alle zone circostanti.

Il rischio del mercurio per animali e uomo

Per via dell’azione della crisi climatica, secondo i ricercatori, la fauna selvatica dell’artico e in particolar modo uccelli e pesci, sarebbero esposti ad un rischio più elevato di contaminazione da mercurio con un impatto sulla loro capacità riproduttiva e, in conseguenza, sulla loro popolazione.

La ricerca si è concentrata sulle regioni artiche ma, secondo gli scienziati, lo stesso rischio collegato alla produzione di metilmercurio sarebbe possibile anche in alte aree del pianeta soggette ai fenomeni della crisi climatica globale. Il mercurio rilasciato dallo scioglimento dei ghiacci può, inoltre, venire trasportato da piogge e venti anche a grandissime distanze. Il rischio dell’inquinamento da mercurio è concreto anche per l’Uomo che si nutre di questi animali. Una volta entrato nella catena alimentare il mercurio ha la tendenza a persistere innalzando così la preoccupazione per gli effetti a lungo termine sulla salute pubblica.


REDAZIONE
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