La birra alle alghe ha una tradizione vecchia di secoli. Sulle nebbiose coste della Scozia i produttori erano soliti insaporire la birra con alghe locali. La tradizione si è persa in favore di sapori di birra più tradizionali ma ora la birra alle alghe sta tornando di moda, anche per la sua rinnovata fama di birra «ecologica» per via delle minori risorse richieste per produrla.
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Il ritorno della birra alle alghe
La fermentazione della flora marina in gustose bevande alcoliche non è certo una novità. Per centinaia di anni i produttori di birra scozzesi hanno sperimentato con la birra alle alghe. Le alghe in questo caso venivano utilizzate per fertilizzare le coltivazioni di orzo e il risultato era una birra particolare con sentori marini. Nonostante qualche birreria scozzese abbia tenuto duro, quell’idea di usare alghe per insaporire la birra non ha mai preso esattamente piede. Almeno fino ad ora.
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Dalle coste della Scozia l’idea è arrivata negli Stati Uniti dove già diversi produttori hanno iniziato la produzione di varietà locali. Per la birra alle alghe americana Selkie, ad esempio, l’alga kelp viene essiccata viene lasciata fermentare assieme ad acqua, cereali, luppolo e lieviti producendo una birra sorprendentemente dolce con un leggero retrogusto di mare.
In questo caso l’alga più utilizzata è alga «saccarina latissima» non solo per la sua facile reperibilità ma anche per il suo sapore sorprendentemente dolce rispetto ad altre alghe. L’alga è generalmente utilizzata negli allevamenti di trote dove viene utilizzata per «catturare» nutrienti in eccesso e dove viene fertilizzata grazie ai prodotti di scarto dei pesci. Non solo, per cresce l’alga richiede pochissime attenzioni e niente acqua fresca.
La «nuova» moda della birra alle alghe
Ma anche altre alghe possono fornire spunti interessanti: ricercatori dell’australiana University of Sunshine Coast hanno da poco ideato una birra alle alghe partendo dall’ulva, la lattuga di mare. Questa alga contiene una grande quantità di ferro e potassio e, in questo caso, sale. La birra che se ne ottiene è una birra stile gose, vale a dire dal sapore salato, che richiama la tradizione secolare della birra al sale tedesca.
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Ma perché tutto questo rinnovato interesse per la birra alle alghe? Complice è certamente la riscoperta delle proprietà alimentari della flora marina. Le alghe infatti sono un vero e proprio «food trend», non soltanto per le loro capacità nutrizionali ma, anche e soprattutto per la loro facilità di coltivazione e le pochissime risorse necessarie per produrle, funzionano benissimo come fertilizzante biologico e hanno una enorme importanza nella depurazione delle acque. La vera sfida per il futuro resta quella del sapore: rendere le alghe appetitose non è sempre semplice ma, per una birra, potrebbe essere un po’ meno complicato.
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