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Intelligenza artificiale in agricoltura: ecco perché non dovremmo usarla

Intelligenza artificiale in agricoltura: ecco perché non dovremmo usarla

Usare l’intelligenza artificiale in agricoltura potrebbe risolvere diversi grattacapi ma rischia di crearne altrettanti anche più pericolosi per il nostro futuro

Immaginate che il vostro piatto d’insalata o la farina per il pane, tutto quello che vi arriva in tavola sia il interamente il frutto di del lavoro di macchine. Dalla concimazione del campo, alla semina, all’irrigazione, al monitoraggio quotidiano fino alla raccolta: tutto frutto di un’agricoltura governata da intelligenza artificiale in grado di controllare ogni singolo dettaglio del terreno, della pianta fino a guidare in autonomia i macchinari sul campo. Potrebbe sembrare l'inizio di un racconto di fantascienza, la verità è che è una tecnologia tecnicamente già a disposizione. Eppure, secondo i ricercatori dell’Università di Cambridge, sarebbe una tecnologia che dovremmo evitare o, quantomeno, non accettare a scatola chiusa.

intelligenza artificiale agricoltura
Foto: DJI Agras @Pixabay

Perché dovremmo evitare l’intelligenza artificiale in agricoltura.

Da un lato l’appeal di utilizzare l’intelligenza artificiale in agricoltura è facilmente comprensibile: meno lavoro, più risultato. Esattamente gli stessi vantaggi che hanno portato alla progressiva automazione dei processi industriali nel corso degli ultimi 300 anni. Ma secondo una nuova analisi del rischio pubblicata sulla rivista Nature Machine Intelligence dal Centro per gli Studi sui Rischi Esistenziali dell’Università di Cambridge, i rischi per agricoltori e per consumatori sarebbero troppo grandi; ben più grandi che per l’automazione in altri settori.

“Le grandi aziende stanno già sperimentando la prossima generazione di robot autonomi e sistemi di supporto decisionale che sostituiranno gli esseri umani sul campo” spiega il dott. Asaf Tzachor che ha collaborato alla ricerca, “Ma finora nessuno sembra essersi chiesto se ci fossero dei rischi connessi a un rapido dispiegamento dell’intelligenza artificiale in agricoltura”.

Quali rischi per il futuro

Beh, i rischi ci sarebbero: e non di poco conto. Nella loro analisi i ricercatori inglesi hanno elaborato una lista di possibili scenari indesiderabili. A dominare in particolar modo è il rischio di esporre le attività agricole al sabotaggio da parte di attacchi informatici. Se per una azienda tradizionale un attacco informatico può diventare al di più una pesante perdita economica, l’attacco all’intelligenza artificiale in agricoltura costituirebbe un pericolo concreto per la salute pubblica. Un attacco che comporti il sovra-utilizzo di pesticidi o diserbanti ad esempio potrebbe avvelenare irrimediabilmente il solo o le sorgenti d’acqua.

Non solo attacchi informatici in agricoltura

Ma quello degli attacchi informatici non sarebbe l’unico rischio. L’intelligenza artificiale applicata all’agricoltura è funzionale solo rispetto alla qualità della sua programmazione. L’IA in campo rischia di esacerbare all’estremo le diseguaglianze socioeconomiche già presenti nell’agricoltura tradizionale, comprese le discriminazioni etniche, di classe e di genere, finendo per sostenere lo sfruttamento di comunità svantaggiate.

Perché insistere sull’intelligenza artificiale

Circa due miliardi di persone sul pianeta sono afflitte da insicurezza alimentare: un numero destinato a salire in futuro per via di sempre più frequenti fenomeni naturali estremi causati dalla crisi climatica in atto. In questa prospettiva le tecnologie di intelligenza artificiale e l'agricoltura di precisione promettono sostanziali benefici per la sicurezza alimentare e nutrizionale.

L’utilizzo di robot intelligenti per produrre in autonomia il cibo che arriva sulle nostre tavole potrebbe essere un processo inarrestabile, esattamente come è avvenuto per l’automazione industriale. Una questione di “quando” piuttosto che di “se”. Per questo motivo, dovremmo, spiegano i ricercatori britannici, considerare con attenzione tutti i potenziali rischi e mirare a mitigarli sin all'inizio della progettazione delle nuove tecnologie per evitare che ci colgano impreparati.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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