Il telescopio Euclid dell’ESA si prepara ad esplorare l’energia oscura
L’energia e la materia oscura sono fra i due più grandi misteri irrisolti della fisica moderna. Ma oggi un passo in più si sta per compiere: proposto già nel lontano 2007, il telescopio spaziale “Euclid” dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta per essere lanciato in orbita. La sua missione decennale sarà proprio questa: svelare alcuni segreti sul conto della materia e dell’energia dell’Universo che al momento ci rimangono invisibili.
L’ESA presenta il telescopio spaziale “Euclid”
Due tonnellate di peso, 3.5m di diametro, 4.7m di altezza e € 1.4 miliardi di investimento. L'ESA ha finalmente rivelato “Euclid” al grande pubblico alla fine di febbraio scorso, in un hangar della “Thales Alenia Space” dove tuttora si trova, a Cannes, in Francia.
Una volta completati gli ultimi test, il telescopio sarà trasferito a Cape Canaveral, negli Stati Uniti, dove un razzo “Falcon 9” di “SpaceX” lo lancerà in orbita nell’arco di luglio. Sarà posizionato a 1.5 milioni di chilometri dalla Terra, una distanza che gli permetterà di mantenere i suoi pannelli fotovoltaici costantemente orientati verso il Sole. E da lì darà il via alla prima missione spaziale della storia che punta a esplorare l’energia e la materia oscura.
Energia e materia oscura: cosa sono e come le studierà il telescopio
L’esistenza di energia e materia oscura è stata ipotizzata fin dai primi del ‘900. Si tratta di forme di energia e di materia attualmente invisibili a qualsiasi misurazione, ma si ipotizza che esistano perché potrebbero spiegare numerose osservazioni: l’esistenza, il movimento e l’evoluzione di molte galassie non si saprebbero spiegare senza ammettere la presenza di questi due “attori oscuri”. Ci sono anche delle teorie che saprebbero trovare una risposta senza tirarle in ballo, ma le più condivise concordano: energia e materia oscura esistono sul serio e costituiscono il 95% di tutte quelle presenti nell’Universo.
Per riuscire nell’impresa, Euclid di ESA avrà dalla sua parte un telescopio di 1.2m di diametro e uno spettro-fotometro ad infrarossi (NISP). Passerà al setaccio più di un terzo del cielo, creando una mappatura di circa 2 miliardi di galassie, che datano la loro nascita fino a 10 miliardi di anni fa. E, per poter misurare l’invisibile, sfrutterà il fenomeno della lente gravitazionale: la luce di queste galassie lontane nel tempo e nello spazio viene distorta dalla materia che attraversa per arrivare fino a noi; togliendo l’influenza della materia visibile, sarà possibile stimare quella oscura, cioè quella invisibile.
Euclid e Webb, un’accoppiata vincente
Sempre a febbraio, il telescopio spaziale James Webb ha individuato 6 galassie primordiali un po' strane: troppo massicce per essersi formate così presto grazie alla sola energia e materia visibile. Il telescopio Euclid dell’ESA aiuterà appunto a gettare luce su osservazioni inspiegabili come questa.
Le prime immagini sono attese per ottobre 2023, anche se si pensa che ci vorranno mesi o anni per fare scoperte di grossa portata. Il telescopio rimarrà in orbita almeno fino al 2029, ma il suo soggiorno nello spazio, se tutto andrà bene, potrebbe durare anche qualche anno in più.
