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Il sale rosa dell’Himalaya porta davvero dei benefici?

Il sale rosa dell’Himalaya porta davvero dei benefici?

Al sale rosa dell’Himalaya viene attribuita ogni sorta di proprietà benefica, ma le tante domande a cui rispondere non possono che sollevare leciti dubbi.

Il sale rosa dell’Himalaya appare ormai con continuità sulle nostre tavole ma i quesiti che lo accompagnano sono molti. La tendenza è quella di preferirlo al normale sale da cucina in virtù delle sue straordinarie proprietà benefiche, ma cosa c’è di vero nei miti sul suo conto? La scienza sembra pronta fornire risposte e i primi dubbi a essere chiariti sono proprio quelli sul nome di tale sostanza.

sale rosa dell'Himalaya

Sale rosa sì, ma dell’Himalaya?

Il sale rosa dell’Himalaya a cui vengono attribuiti tanti benefici è in realtà un salgemma, o halite, proveniente dal Punjab, in Pakistan. Esso viene estratto dalla miniera di sale di Khewra, la seconda più grande al mondo, caratterizzata da 7 strati salini che raggiungono i 150 m di altezza. La catena montuosa è, dunque, quella del Salt Range, da cui l’Himalaya dista centinaia di chilometri. Il sale rosa qui estratto è composto per il 98% da cloruro di sodio, come ogni normale sale da cucina, ma contiene tracce di molti altri elementi. Fra questi rientrano gli ossidi di ferro, che gli conferiscono la caratteristica attraente colorazione.

I presunti benefici del sale rosa

I benefici attribuiti al sale rosa dell’Himalaya sono i più diversi. Questo sarebbe, infatti, un toccasana per reni e sonno e aiuterebbe a ridurre ipertensione e ritenzione idrica. Stefania Ruggeri, ricercatrice del Crea, ha però spiegato che il sale rosa non è per noi una fonte di elementi a cui sono attribuibili tali proprietà, pur presentandone tracce. Dato il suo elevato contenuto di sodio, infatti, non è consigliabile consumarne più di 5 g al giorno e tale dose non può fornirci quantità di minerali significative. In 5 g di sale rosa sono presenti, per esempio tra 0.001 e 0.2 mg di ferro, quando un adulto in salute ne dovrebbe assumere 14 mg al giorno.

Attenzione al sale rosa

Il mito del sale rosa dell’Himalaya merita attenzione. Molti ne esaltano, infatti, la purezza e questo rischia, a volte, di andare a scapito della cautela nel suo utilizzo. Il sale rosa non è raffinato ed è privo di contaminazioni ambientali, ma ciò non lo rende sano. Tra i vari elementi in esso contenuti ne figurano, anzi, alcuni potenzialmente dannosi anche in piccole quantità come il cadmio. Il sale da cucina, risulta, insomma, altrettanto, se non maggiormente sicuro, tanto più se iodato. Per gli estimatori dell’integrità delle materie prime puntare su sali integrali del territorio, ottenuti per evaporazione naturale appare una scelta più razionale. A ringraziare sarà, senza dubbio, anche l’ambiente

La scienza è decisa a collocare il sale rosa dell’Himalaya sullo stesso piano del sale da cucina e ridimensionare la lista dei suoi presunti benefici appare inevitabile. Nessuno ci impedisce di usare questo ingrediente per dare un tocco di vivacità ai nostri piatti o per esaltare il sapore della carne. Farlo assicurandoci che informazione, e moderazione, rimangano le parole d’ordine è, però, un dovere di ciascuno


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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