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Il porro a tavola tra benefici e ricette

Il porro a tavola tra benefici e ricette

La pianta del porro ha origini misteriose, innumerevoli impieghi nella farmacopea del passato e alcune proprietà legate alla fertilità femminile. Ma cosa ha da dire la scienza moderna su questi impieghi? E soprattutto, come lo si usa in cucina?

Secondo il nutrizionista

Cominciamo con indagare i valori nutrizionali di questo ortaggio, che come moltissimi altri suoi colleghi contiene moltissima acqua, quasi il 90% del suo peso per intenderci. Il restante è suddiviso tra proteine, all’1,5%, qualche carboidrato, quasi il 4% di zuccheri semplici, un invisibile 0.3% di grassi e circa il 2% di fibre, queste ultime sempre utili per la salute intestinale. Insomma, verdura leggera, consigliata per le diete ipocaloriche. A livello di minerali il porro si difende bene, con un buon contenuto in ferro, magnesio, calcio e potassio, tutti elementi molto importanti per la salute del nostro organismo.

Un’avvertenza da questo punto va mossa però, visto che può contenere piccolissime tracce di nichel, sufficienti a mettere sul chi va là chi è allergico a questo elemento. Per quanto riguarda le vitamine invece il panorama sembrerebbe molto affollato: oltre alla Vitamina A e C, troviamo tiamina, niacina, riboflavina, tutte appartenenti alla famiglia delle Vitamine B. Non mancano nemmeno beta-carotene, luteina e zeaxantina, accompagnate da Vitamina K e J. Non mancano nemmeno un buon numero di aminoacidi, nonostante la scarsa percentuale di proteine.

Quindi, vero o falso?

A questo punto resta da capire quali siano i suoi benefici. Cominciamo a ribadire che in quanto alimento ipocalorico con una buona quantità di fibre è utile per trattare l’obesità e pulire l’intestino. Sembrerebbe un antibiotico naturale allo stesso modo dell’aglio grazie al contenuto di allicina. Una delle proprietà che nel passato erano legate a questo ortaggio è stata confermata: il porro ha effettivamente un effetto diuretico e la sua assunzione viene consigliata in caso di problemi alle vie urinarie. Per la sua particolare combinazione tra abbondanza di potassio e scarsità di sodio il porro tende ad aumentare la secrezione dei liquidi nel corpo e l’eliminazione di sostanze di rifiuto attraverso i reni. Proprio questa sua caratteristica lo renderebbe consigliabile in caso di gonfiore e malattie renali. Al porro sono state anche attribuite proprietà carminali, cioè riduce la produzione di gas nell’intestino.

In cucina

Questo ortaggio è particolarmente sfruttato nella cucina povera, ma sta sempre più conquistando anche i palati più raffinati. Innanzitutto, come sceglierlo al supermercato? Dopo esservi infilati gli appositi guanti saggiatene la consistenza premendo la parte bianca, più questa risulterà soda e compatta più buono e fresco sarà il vostro porro. In generale il suo impiego va a sostituire la cipolla, con cui bene o male condivide la flessibilità di impiego, in alcuni casi anche dell’aglio, nei soffritti o nelle zuppe.

Non si nega nemmeno ad un impiego a crudo, come ingrediente per insaporire le insalate o per il pinzimonio. In generale comunque la parte che viene impiegata è quella bianca, una volta eliminate le foglie esterne più verdi e coriacee, anche se nelle grandi cucine degli chef si sta cominciando a far largo anche l’impiego delle parti meno ‘nobili’ impiegate per dare un tocco di croccantezza alle zuppe o vellutate. In ultima istanza è bene ricordarsi che il porro tendenzialmente non ama le lunghe cotture, poiché perde di consistenza molto velocemente, rammolendosi.

Fonti: alimentipedia - ilmanicaretto - lacucinaitaliana - greenme - taccuinistorici - porro-cervere - mr-loto - cure-naturali - benessere.atuttonet - metatouch

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazione indesiderate.


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