Idroponica biologica? La bioponia è realtà

Parlare di idroponica biologica - o bioponia - può sembrare un controsenso, ma per quanto possa sembrare strano le tue «tecniche» possono trovare un punto di incontro. Il termine della frase precedente, bioponia, è proprio il fulcro della questione, è l’espediente che fa unire due ambiti che sembrano così distanti. Si è tentato a lungo di unire questi due mondi all’apparenza opposti, e relativamente poco fa si è trovata la soluzione.
Cos’è la bioponia?
Abbiamo già scritto in diversi articoli quali sono le idee di base della coltivazione idroponica, ma vi basti sapere che, normalmente, le soluzioni nutritive impiegate sono di origine minerale. Queste miscele vengono create con lunghi processi di lavorazione e raffinazione, fino ad ottenere un prodotto puro in grado di non lasciare tracce tossiche nelle piante con cui viene impiegato.
Nell’idroponica biologica però il problema rimane una questione di definizioni: nei diversi regolamenti il terreno naturale è imprescindibile per la definizione di Bio. Lo stesso vale per la luce, che se artificiale non può essere considerata alla stregua del sole. Detto questo, i fertilizzanti impiegati possono essere eccome di origine biologica, di fatto aumentando la complessità dell’apparato ma anche la qualità dei prodotti. Anche questo concetto lo avevamo giù approfondito per l’acquaponica, qui vale lo stesso scomponendo composti organici nei minerali inorganici di cui la pianta ha bisogno di nutrirsi.
Germania e Olanda lottano affinché venga messa a punto una certificazione che riconosca le qualità del biologico anche alla bioponia, ma almeno a livello europeo la strada sembra ancora abbastanza lunga.
