Ibis sacro, l’uccello adorato nell’Antico Egitto

Viaggiando attraverso la Pianura Padana ci si può imbattere in un uccello dall’aspetto molto esotico. Si tratta dell’ibis sacro (Threskiornis aethiopicus), un animale che gli antichi Egizi consideravano sacro e l’incarnazione della divinità Thot. Ora questo uccello è estinto nel suo antico luogo di origine, l’Egitto, mentre è considerato invasivo in Europa.

La figura inconfondibile dell’ibis sacro
La sua forma che si staglia nel cielo è inconfondibile. Alla sola vista sembra di essere entrati in una macchina del tempo per essere trasportati sulle sponde del Nilo di migliaia e migliaia di anni fa. L’ibis sacro ha il corpo e le ali di colore bianco. Invece, il becco, la testa, il collo, le zampe e le punte delle ali sono di colore nero. La testa e il collo sono, inoltre, senza piume, come quelli degli avvoltoi.
L’ibis sacro è un animale sociale che forma gruppi numerosi e predilige vivere negli ambienti umidi dove è presente molta acqua. In questi habitat trova cibo in abbondanza. L’ibis sacro è molto adattabile e versatile in fatto di alimentazione ma preferisce cibarsi di insetti, pesci, anfibi, crostacei, molluschi e semi. A volte non disdegna nemmeno piccoli mammiferi, uova, lucertole e carogne.
Dove vive l’ibis sacro
Un tempo l’ibis sacro era ampiamente diffuso in Egitto, dove era venerato dagli antichi Egizi. Oggigiorno, invece, questo uccello è estinto nel suo areale di origine ed ha colonizzato nuovi spazi. Lo si può trovare tra Africa sub-sahariana, Iraq sud-orientale, Madagascar e Aldabra. L’ibis sacro è presente anche in Europa, dove è arrivato grazie all’intervento dell’uomo.
Esistono popolazioni di ibis sacro che hanno colonizzato anche l’Italia del Nord. L'uccello può essere avvistato in Piemonte, Pianura Padana e sul Delta del Po. Probabilmente in Europa l'ibis sacro si è diffuso grazie a degli esemplari che tra gli anni ’80 e ’90 sono scappati da giardini zoologici o privati. In Italia questa specie è considerata invasiva per i possibili danni ambientali che arreca.
L’ibis sacro e il dio Thot
L’ibis sacro non è visto di buon occhio nei nuovi Paesi in cui ha deciso di stabilire la propria casa. Nell’Antico Egitto, invece, era una vera e propria star. Questo uccello era, infatti, venerato. Gli antichi Egizi pensavano che l’ibis sacro fosse l’incarnazione del dio Thot. Quest’ultimo era la divinità collegata alle arti magiche, al sole, alla luna e alla scrittura.
L’ibis sacro era talmente importante nell’Antico Egitto che veniva mummificato. Gli archeologi hanno trovato alcune necropoli in cui erano stati sepolti oltre 4 milioni di ibis sacri. L’ipotesi fino ad ora ancora più accredita afferma che gli esemplari mummificati non erano allevati ma cacciati allo stato selvatico.
Un animale, due valori
La storia dell’ibis sacro appare paradossale ma può aiutare a rivalutare il rapporto dell’uomo con alcune specie. In Egitto, proprio dove un tempo era venerato, l’ibis sacro è estinto da circa metà del XIX secolo probabilmente a causa dell’attività umana e della conseguente perdita di habitat. Dove, invece, oggigiorno prolifera, è considerato una specie non gradita.
