Greenways: da ferrovie abbandonate a percorsi ciclabili

Quando si parla di greenways si tende spesso ad accomunarle e confonderle con le piste ciclabili. In realtà, questi percorsi dedicati a una circolazione non motorizzata che sia a piedi, in bicicletta o a cavallo, sono molto di più.
Fanno parte di un progetto di riqualificazione di tratti ferroviari in disuso e di alzaie di canali abbandonate e portano alla creazione di una rete per la mobilità slow totalmente separata dalla carreggiata. Questa può attraversare luoghi diversi: non solo territori di rilevanza storica o architettonica, ma anche percorsi naturalistici o urbani.
Quali sono le caratteristiche di una greenway?
Un itinerario per poter essere annoverato tra le greenways deve rispondere ad alcune caratteristiche. La prima in assoluto è la sicurezza che, per quanto detto prima, si riferisce al fatto che il tracciato nella sua interezza deve essere separato dalla sede stradale. In secondo luogo deve essere accessibile a tutte le categorie, dai più giovani ai meno. Questo si collega al terzo punto che riguarda la circolazione dolce, ovvero la presenza di dislivelli moderati e facilmente superabili.
Deve essere poi garantita la multiutenza (a pedoni, ciclisti e persone a cavallo) e infine deve integrarsi con l’ambiente naturale. Il movimento delle greenways, partito dagli Stati Uniti, mira a sfruttare il patrimonio delle infrastrutture in disuso per coniugare un turismo attivo, responsabile e sostenibile. Attraverso questa nuova forma di movimento più green e slow si vanno a valorizzare e sviluppare le zone rurali, promuovendo la conoscenza e il rispetto dell’ambiente.
Greenways in Italia
Se inserita nel quadro Europeo, l’Italia non si posiziona benissimo per numero di chilometri riconvertiti. In testa alla classifica infatti c’è la Spagna che con i suoi 2.400 km e le 117 greenways ha superato anche Belgio e Olanda. Tuttavia, grazie alla collaborazione con le Ferrovie dello Stato, a oggi sono oltre 750 i chilometri fruibili dagli amanti del turismo lento. Si concentrano soprattutto in Lombardia, la regione con più chilometri di Greenways, in Friuli e in Emilia Romagna.
Tra i tratti più belli che vi consigliamo di percorrere, non solo per le bellezze naturali ma anche per l’itinerario agevole, ci sono la Ciclovia delle Dolomiti, la Spoleto-Norcia e la Treviso-Ostiglia. La mobilità lenta, favorita dalla diffusione di questi percorsi green e alternativi alle classiche rotte turistiche, è fondamentare per una comunità che possa godere di una buona salute fisica e mentale. In questo senso quindi l’Italia sembra essere al passo con i tempi, preparandosi ad accogliere nuove forme di turismo più green.
