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Grano Senatore Cappelli: storia, origine e proprietà

Grano Senatore Cappelli: storia, origine e proprietà

La Senatore Cappelli è una varietà di grano duro nata in Italia e porta il nome del politico che sostenne gli studi del genetista che la selezionò

Sicuramente vi sarà capitato di imbattervi almeno una volta in questo nome in un panificio. Oppure scegliendo la pasta al supermercato. O ancora sfogliando il menu in una pizzeria particolarmente attenta alla scelta delle farine. E subito vi sarete chiesti: ma perché si chiama grano duro Senatore Cappelli? La nascita di questa varietà, o meglio, cultivar di frumento che rientra nella categoria “grani antichi” è molto interessante e rappresenta un capitolo importante nella storia dell’agricoltura e dell’alimentazione italiana.

La Senatore Cappelli è una varietà di grano duro nata in Italia e porta il nome del politico che sostenne gli studi del genetista che la selezionò

Grano Senatore Cappelli, l’origine del nome

Il grano duro Senatore Cappelli è infatti nato in Italia dall’ingegno del genetista Nazareno Strampelli. Nato a Crispiero (Macerata) nel 1866, Strampelli si dedicò molto allo studio dell'ibridazione sulle specie di frumento per ottenere piante più resistenti alle malattie diffuse tra ’800 e ‘900 e maggiormente redditizie per gli agricoltori.

Un importante sostegno al suo lavoro arrivò dal marchese abruzzese Raffaele Cappelli, senatore del Regno d'Italia, essendo lui stesso molto impegnato nel miglioramento del settore agricolo attraverso la sua attività di politico. Proprio per questo supporto decisivo, la nuova varietà di grano venne battezzata Senatore Cappelli.

La storia del grano Senatore Cappelli

Nel 1907 il marchese Cappelli, “padre” della riforma agraria degli inizi del ‘900 e per anni presidente della Società degli agricoltori italiani, permise quindi a Stampelli di effettuare semine sperimentali sui campi di sua proprietà vicino a Foggia. Lo studioso selezionò geneticamente una varietà autunnale con una buona adattabilità e ideale per la pastificazione grazie alla qualità della semola, partendo dalla nordafricana Jean Retifah. Il cultivar Senatore Cappelli nacque ufficialmente nel 1915, presso il Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia.

Fu una svolta per gli agricoltori. Nonostante fosse piuttosto alta come pianta (circa 150–160 cm), tardiva e suscettibile alle ruggini e all'allettamento (l’appiattimento verso terra a causa di piogge e vento), porto ad un consistente aumento delle rese per ettaro di terreno. Il Senatore Cappelli fu il grano più coltivato in Italia tra gli anni ’20 e gli anni ’50 (fino al 60% della superficie investita a frumento) e presto si diffuse anche negli altri Paesi del Mediterraneo. È ancora oggi il più presente nei campi del Sud del nostro Paese in quanto ben si adatta alle caratteristiche del suolo.

A partire dagli anni ‘60, i progressi delle tecniche di coltivazione e dei prodotti come fertilizzanti ed erbicidi, spinsero allo sviluppo di varietà di taglia inferiore e più precoci, con attenzione alle caratteristiche qualitative della granella. La base per il miglioramento genetico delle nuove cultivar, tuttavia, fu sempre il Senatore Cappelli, motivo per cui è considerato “il padre di tutti i grani duri”.

Le proprietà

Le varietà più moderne di grano duro, nonostante la più elevata produttività, offrono meno nutrienti e un glutine più complesso da processare per l’organismo umano rispetto al Senatore Cappelli. Secondo i nutrizionisti, quest’ultima è infatti ideale per chi soffre di problemi intestinali dovuti all’assunzione del glutine (ma non per i celiaci) proprio per la sua struttura glutinica meno impegnativa. Motivo per cui, consumare pasta prodotta con grano duro Senatore Cappelli aiuta anche a ridurre i sintomi da colon irritabile, come gonfiore, meteorismo e alterazioni. Infine, va ricordato che essendo le piantagioni di Senatore Cappelli soprattutto in Italia, questo grano è meno trattato con pesticidi e soggetto a maggiori controlli.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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