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Espresso martini: ritorna il cocktail che i clienti amano ma i baristi odiano

Espresso martini: ritorna il cocktail che i clienti amano ma i baristi odiano

Nuova versione del vecchio “vodka espresso”, l’espresso martini ha conquistato la scena ma i baristi non ne sono poi così contenti.

Se avevate già l’età per bere negli anni ’90 ricorderete forse la mania del “vodka espresso”. Se invece avete perso questo trend al momento della sua nascita, non c’è come oggi per provare. Sì, perché tra tutte le cose degli anni ’90 che stanno tornando di moda, anche il vecchio vodka espresso è tornato alla ribalta, rivisitato e con un nuovo nome più accattivante: espresso martini. Ma di cosa si tratta e perché i baristi (non troppo) segretamente odiano questo cocktail?

espresso martini
Foto: Malmaison Hotels @Flickr

Come si prepara l’espresso martini

Per preparare un espresso martini servono ingredienti relativamente semplici: vodka, liquore al caffè e ovviamente, espresso. A dispetto del nome, di Martini nel cocktail non c’è nemmeno l’ombra ed è una delle ragioni per cui, in realtà, l’intruglio non piace granché ai baristi che lo devono preparare. Il nome “martini” arriva dal fatto che il cocktail viene servito in una coppetta martini ghiacciata, ricordando, almeno vagamente, un martini classico.

Per preparare l’espresso martini servono circa 60ml di vodka, 15ml di liquore al caffè e 30ml di caffè espresso. In alcune varianti è possibile aggiungere 15ml di sciroppo per aumentare la dolcezza. Il tutto viene poi shakerato con ghiaccio fino a quando il caffè è ben freddo. Il cocktail viene poi versato in una coppa da martini e guarnito con un paio di chicchi di caffè.

Dove nasce la moda

La leggenda vuole che l’inventore del primo espresso martini, si stato il “re dei cocktail” di Londra Dick Bradsell nel 1983. Secondo il racconto dello stesso Bradsell il cocktail nacque dopo che una giovane modella gli chiese qualcosa che la “svegliasse” prima di “rovinarla”. Non è dato sapere chi fosse questa modella ma nel giro di 10 anni il cocktail era diventato una presenza fissa nei bar diventando una vera e propria mania degli anni ’90 col nome di vodka espresso. Caduto nel dimenticatoio per oltre 20 anni, il cocktail è ora ritornato all’apice grazie all’influenza di alcuni programmi televisivi e ovviamente, grazie agli immancabili social network.

Foto: Hotel du Vin & Bistro @Flickr

Perché i clienti lo amano ma i baristi lo odiano

Non c’è niente da dire: i clienti sembrano andare pazzi per l’espresso martini. Leggermente amaro, scuro, schiumato e (se ben fatto) coi giusti equilibri di sapori, il cocktail è apprezzato proprio per la “sveglia” del caffè, seguita dalla “botta” della vodka. In molti l’hanno paragonato ad un altro cocktail in auge nei primi anni 2000, il vodka RedBull, per la capacità di scombussolare il consumatore, dando una carica con la caffeina prima di spegnerla con l’alcol.

E i baristi? Impossibilitati ad ammetterlo di fronte ad orde di clienti assetati, si sfogano in rete: ai baristi l’espresso martini non piace. Anzitutto per il nome ingannevole; niente Martini nell’espresso martini. Ma a dare fastidio più del martini fantasma è il caffè espresso. Negli affollati cocktail bar spesso non è presente una macchina per il caffè e, quando è presente, richiede uno sforzo in più per la preparazione, togliendo tempo prezioso o richiedendo personale dedicato. Una preparazione non sempre, tra l’altro, immacolata: il calore del caffè rende lo shakeraggio più intenso col rischio di aprire lo shaker per sbaglio e sporcare il barista.

Cosa sapere per chi beve espresso martini

Se non vi importa più di tanto ricevere un’occhiata storta dal barista e volete comunque il vostro espresso martini, è bene tenere a mente un paio di cose. Caffè e alcol sono tra le due bevande più disidratanti in circolazione: attenzione quindi, se scegliamo questo cocktail, meglio assumere altri liquidi per evitare di restare disidratati. Il caffè inoltre è uno stimolante mentre l’alcool agisce come sedativo. Questo manda messaggi contrastanti al nostro corpo avendo effetti potenzialmente negativi soprattutto sul ciclo del sonno. Insomma, se l’espresso martini potrebbe essere la botta di cui avete bisogno per iniziare la serata, ma meglio evitarlo prima di dormire. E come in ogni caso, la chiave è la moderazione.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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