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Escañuela, la corsa dei tori senza violenza né tori

Escañuela, la corsa dei tori senza violenza né tori

San Firmino, la corsa dei tori senza violenza si può fare, lo hanno già dimostrato a Escañuela, un piccolo comune in Andalusia

Ogni anno a luglio arriva puntuale la corsa dei tori di Pamplona e con lei tornano immancabili le polemiche da parte degli animalisti e di chiunque abbia a cuore il benessere animale ma anche delle persone, considerati i pericoli che questa tradizione comporta per i tori stessi e per le persone che vi prendono parte. Ma cambiare le tradizioni, anche quelle molto radicate come questa, è possibile, anche in un paese come la Spagna abituata da secoli agli spettacoli che vedono protagonisti questi animali. Un piccolo paese andaluso ha organizzato alcuni anni fa una corsa dei tori senza tori né violenza, che ha anche riscosso un certo successo.

Escañuela, la corsa dei tori senza violenza né tori
@envatoelements

La corsa dei tori senza violenza 

Era l’estate 2014 quando il sindaco di un piccolo comune andaluso, Escañuela, decise di organizzare una corsa di tori senza violenza. La grande novità di questa decisione era rappresentata dal fatto che non solo la manifestazione non prevedeva alcuna competizione violenta ma addirittura escludeva in toto l’impiego di animali vivi. Al posto dei tori veri, pupazzi giganti di materiale plastificato con le sembianze dei poveri animali che tradizionalmente si vedono coinvolti in questa crudele e inutile usanza.

L’encierro con i tori veri 

La corsa dei tori che normalmente viene organizzata a Pamplona non è senza violenza, tanto che già nei primi giorni si registrano feriti e, alcuni, anche gravi. L’Encierro è una corsa che prevede, è proprio il caso di dirlo, la tortura di alcuni tori. Gli animali vengono inseguiti dalla folla urlante che li terrorizza. Gli animali percorrono circa 825 metri in circa 3 minuti, scivolando, sbattendo contro ostacoli e prendendo storte alle zampe o rompendosele proprio. Poiché si muovono in un circuito prestabilito dagli organizzatori, i tori per sfuggire ai loro persecutori arriveranno già feriti e in preda al terrore fino alla Plaza de Toros dove, una volta entrati nell’arena, quello stesso pomeriggio saranno torturati a morte da toreri provetti giunti da tutto il mondo.

Le proteste degli animalisti 

Ogni anno la corsa dei tori di Pamplona (e non solo) è accompagnata dalle proteste di gruppi animalisti che si battono per i diritti degli animali e puntano il dito contro le crudeltà inflitte ai tori. Già nel 2020, approfittando della cancellazione dell’evento a causa del lockdown, alcune associazioni animaliste avevano offerto al Sindaco di Pamplona €252.000 per porre fine a questa tradizione a dir poco retrograda. Nel 2021 la cifra salì a €300.000. L’associazione internazionale PETA, che dà voce agli animali di tutto il mondo, si è anche offerta di trovare una collocazione in un rifugio per tutti i tori pur che questa macabra usanza trovi una fine.

Un insegnamento per grandi e piccini 

Il sindaco che nel 2014 era alla guida del comune di Escañuela ha dimostrato che si può prendere le distanze da usanze barbare. I suoi avversari politici accusarono il Primo Cittadino di non provare un interesse sincero nei confronti degli animali ma di essere spinto da puri fini elettorali. Altri concittadini non concepivano il cambio di rotta rispetto a questa tradizione nazionale. Ciononostante il Sindaco ha dato una grande lezione a tutti mostrando che è possibile divertirsi in modi diversi, senza necessariamente dover ferire e torturare animali innocenti. Una lezione molto importante per adulti e bambini, che insegna il valore basilare del rispetto. Chi è stato in grado di cogliere l’insegnamento ha capito che si può giocare con gli animali ma senza picchiarli o maltrattarli.


Erika Barani
Erika Barani
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Interprete e Traduttrice Laureata in Linguistica Inglese, da sempre mi interesso di tematiche ambientali e amo gli animali: da loro ho imparato il rispetto per la natura e per tutti gli esseri viventi.
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