Eruzioni vulcaniche, si rischia un boom a causa dello scioglimento dei ghiacci

Le eruzioni vulcaniche stanno aumentando e in futuro il quadro potrebbe ulteriormente peggiorare a causa dello scioglimento dei ghiacci. Uno studio presentato alla Goldschmidt Conference 2025 a Praga ha rivelato che con il ritiro dei giganti bianchi la pressione diminuisce e i gas che si muovono sotto la crosta terrestre vengono lasciati più liberi e ciò favorisce l’attività vulcanica. La dinamica figlia del riscaldamento globale rischia per altro di alimentare un circolo vizioso.

Eruzioni vulcaniche più disastrose
Il legame tra ghiacciai ed eruzioni vulcaniche è noto agli scienziati ormai da tempo, almeno per alcune parti del pianeta. In Islanda, per esempio, la fine dell’ultima era glaciale ha portato a un aumento di 50 volte dell’attività dei giganti esplosivi. Il fenomeno è dovuto alla pressione che i giganti bianchi esercitano con la loro massa sulla crosta terrestre. Quando si sciolgono questa viene meno. Il magma che si trova negli strati sottostanti risale e i gas intrappolati si liberano. Si innescano così reazioni esplosive.
Il problema è che tutto ciò può alimentare un circolo vizioso in cui l’assoluto protagonista negativo resta il riscaldamento globale. I ghiacci riflettono, infatti, una considerevole quantità delle radiazioni solari, limitando la corsa del cambiamento climatico. La loro ritirata sortisce l’effetto opposto. Per quanto le eruzioni vulcaniche nell’immediato raffreddino il pianeta, poi, sul lungo periodo, fanno l’opposto. Immettono, infatti, in atmosfera grandi quantità di gas serra.
Lo studio sulle eruzioni vulcaniche
A indagare su quanto lo scioglimento dei ghiacci possa aumentare le eruzioni vulcaniche ci ha pensato un team della University of Wisconsin-Madison. I ricercatori si sono concentrati su sei vulcani in Cile e sulla situazione della calotta glaciale della Patagonia. Questa ha raggiunto il suo massimo spessore durante l’ultima era glaciale, tra i 26.000 e i 18.000 anni fa. Il magma era allora accumulato 10-15 chilometri sotto la superficie.
Quando lo strato glaciale si è progressivamente sciolto l’attività vulcanica ha cominciato ad aumentare. Tra i giganti analizzati rientra il Mocho-Choshuenco, oggi dormiente, che è risultato particolarmente influenzato dalla dinamica. Lo studio è stato il primo a dimostrare che il legame tra scioglimento dei ghiacci ed eruzioni vulcaniche sussiste anche a livello continentale.
Eruzioni vulcaniche oggi e domani
Il nuovo studio mostra che in futuro le eruzioni vulcaniche potrebbero moltiplicarsi. Perché le conseguenze della fine dell’ultima era glaciale avessero un impatto sulla dinamica sono dovuti, però, passare circa 5.000 anni. Non stiamo quindi parlando di un fenomeno che si innescherà in breve tempo.
La perdita di ghiaccio appare tuttavia inevitabile e la corsa del riscaldamento globale sta accelerando in modo finora impensabile, quindi prepararsi a ogni evenienza risulta secondo gli scienziati d’obbligo. A preoccupare sono in particolare Antartide, Nord America, Russia e Nuova Zelanda. Solo nella prima area sono presenti circa 100 vulcani attualmente intrappolati sotto il ghiaccio.
La ricerca sulle eruzioni vulcaniche è stata definita dagli studiosi di importanza critica. La paura degli scienziati è però che il futuro catastrofico che essa delinea non possa essere del tutto arginato. Oggi i giganti bianchi si ritirano circa 6 volte più velocemente rispetto a quanto accadeva negli anni 90 quindi appare evidente che approfondire la conoscenza della questione è prioritario.
