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Edifici in legno la soluzione contro la crisi climatica?

Edifici in legno la soluzione contro la crisi climatica?

Il passaggio dal cemento e acciaio a edifici in legno sarebbe una soluzione per ridurre i livelli di CO2 grazie all’azione assorbente dei materiali.

Gli edifici in legno potrebbero rappresentare un importante passo verso la riduzione dei livelli di CO2 nell’atmosfera e, di conseguenza, uno strumento per contrastare la crisi climatica. Ne sono convinti i ricercatori tedeschi dell’Istituto di Potsdam per la Ricerca sull’Impatto Climatico (PIK). Il passaggio, o sarebbe meglio dire il ritorno, ad edifici interamente in legno costruiti con tecniche moderne, finirebbe per aiutare a raggiungere gli obiettivi di contenimento delle emissioni.

Le proprietà degli edifici in legno

Oltre a quella di essere realizzati in materiali rinnovabili, tra le proprietà degli edifici in legno c’è quella di«assorbire» parte dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Un edificio in legno di cinque piani ad esempio può trattenere fino a 180kg di carbonio per metro quadrato di superficie. Circa tre volte quanto può venire trattenuto da una stessa superficie adibita a foresta. Le moderne tecniche di costruzione inoltre consentono alle costruzioni in legno di essere resistenti agli incendi e con notevoli proprietà antisismiche.

La necessità di abbandonare cemento e acciaio

Nei prossimi decenni la crescita della popolazione sul pianeta porterà ad una crescente domanda di urbanizzazione con nuove case e nuovi edifici commerciali. La produzione di cemento e acciaio resterà quindi una importante fonte di emissioni contribuendo ad acuire la crisi climatica. Secondo le stime nel 2050 almeno un quinto delle emissioni sarà dovuto all’estrazione e alla lavorazione dei materiali da costruzione. Passare ad edifici in legno non solo quindi permetterebbe di «catturare» la CO2 presente nell’atmosfera ma, anche tagliare le emissioni all’origine.

Cosa significherebbe costruire città con edifici in legno

I ricercatori del PIK hanno ipotizzato diversi scenari futuri in cui il passaggio ad edifici in legno rappresenterebbe dallo 0,5% fino al 90% delle intere nuove costruzioni nei prossimi 30 anni. Per gli scienziati, nella peggiore delle ipotesi il passaggio garantirebbe l’assorbimento di fino a 10 milioni tonnellate di CO2. Nella migliore delle ipotesi invece (90% dei nuovi edifici in legno) si assorbirebbero fino a 700 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.

Per arrivare a sostenere una economia di questo tipo sarebbe tuttavia necessario ripensare interamente il modo in cui vengono tutelate le foreste e in cui viene raccolto il legno. Eppure, per i ricercatori, anche il più improbabile scenario del 90% sarebbe possibile se l’intero pianeta collaborasse all’obiettivo. Il passaggio a costruzioni in legno sarebbe per i ricercatori un passo fondamentale per costruirci una casa sicura senza mettere a rischio il pianeta.


REDAZIONE
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