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E se si potesse fare l’aceto di miele?

E se si potesse fare l’aceto di miele?

Dal colore giallo ambrato, l'aceto di miele è un prodotto ancora poco conosciuto ma dalle grandi potenzialità gastronomiche e nutrizionali.

Sappiamo tutti che l’aceto si ottiene con la fermentazione acetica del vino, che a sua volta è ottenuto, semplificando al massimo, dalla fermentazione alcolica dell’uva. Rimanendo sempre molto superficiali potremmo dire che si può ottenere aceto tendenzialmente da qualsiasi sostanza che contenga il giusto rapporto tra gli zuccheri e l’alcool.

Quindi non vi sorprenderà sapere che si può ottenere anche l’aceto di miele, mescolato con dell’acqua, anzi, ancora più correttamente, si può ottenere l’aceto dall’idromele, bevanda alcolica prodotta con il nettare delle api. Per di più, questa preparazione conserva le proprietà del suo prodotto di base, il miele appunto, che vi abbiamo già raccontato in un altro articolo, rendendo questo aceto un prodotto veramente d'eccezione

Un po’ di storia per l’aceto di miele

L’aceto è una di quelle tipiche produzioni scoperte per puro caso. Che sia d’uva, di mele, di ciliegie o di miele non ha importanza, qualche nostro antenato poco attento e ordinato deve aver lasciato un otre di vino, succo o idromele all’aperto per poi accorgersi, tempo dopo, che la bevanda si era fortemente inacidita. E deve averla anche trovata una cosa di ottimo gusto, visto che oggi un aceto balsamico tradizionale di Modena viene trattato alla stregua di oro liquido. Ma torniamo alla storia di questo particolare prodotto.

L’aceto di miele è un derivato della fermentazione dell’idromele, il vino a base dello stesso denso sciroppo, nonché la più antica bevanda alcolica scoperta finora, ritenuta “bevanda degli dei”. Una semplice miscela di acqua e miele, a cui si aggiungono dei lieviti, subisce un processo di fermentazione alcolica che la trasforma, una volta filtrata, in idromele. Successivamente entrano in gioco gli acetobacter per finire l’operazione e ottenere il gusto acidulo che ci aspetteremmo dal tipico condimento. Proprio per la sua origine casuale dall’idromele si pensa sia il più antico aceto mai prodotto, compare in diversi reperti egiziani, greci e romani, anche se probabilmente una volta scoperta la sua controparte derivata dall’uva, la cui lavorazione risultava molto più semplice ed economica, cadde rapidamente in disuso.

Impieghi e proprietà

Originariamente ebbe fondamentalmente due scopi: da una parte, dopo essere stato diluito con dell’acqua, diventava una semplice bevanda rinfrescante e rinvigorente, oppure veniva impiegato in purezza come medicinale disinfettante. Ultimamente lo si sta riscoprendo come cosmetico e condimento, ma esattamente quali sono i motivi per cui dovremmo propendere per questo tipo di aceto?

Innanzitutto c’è un innegabile fattore estetico: la sua origine e lavorazione gli fanno guadagnare un colore tra il dorato e l’ambrato, decisamente lucente, tanto da farlo diventare un protagonista indiscusso in qualsiasi momento venga portato a tavola. Poi ovviamente arriva il sapore, comunque diverso rispetto ai suoi fratelli dalle origini più conosciute, un po’ più delicato, profumato e dolce. Per quanto riguarda le proprietà, bisogna sottolineare come siano strettamente legate alla materia prima di partenza, che già di per sé porta numerosi benefici, come vi abbiamo già raccontato, ancora maggiori per la sua versione biologica.
Si pensa abbia proprietà disintossicanti per il fegato, aiuti la digestione stimolando i processi metabolici e aiuti in generale la salute dell’intestino, anche grazie alla sua azione antifermentativa.

Di sicuro non un prodotto molto conosciuto, ma le cui origini affondano profondamente nella storia e la cui riscoperta in cucina, chissà, potrebbe portarci qualche nuova, originale ricetta.

Fonti: besthqwallpapers.com - theancientolive.com - vegness.it - organic-honey.thehoneyland.com - lafucina.it

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazione indesiderate.


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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