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Dal Brasile un nuovo sensore per pesticidi biodegradabile

Dal Brasile un nuovo sensore per pesticidi biodegradabile

Un nuovo sensore biodegradabile può monitorare i livelli di pesticidi tramite il contatto diretto con la superficie di frutta e verdura.

Per verificare direttamente quanto residuo di pesticidi è rimasto su frutta e verdura presto potrebbe arrivare un nuovo sensore biodegradabile. Sviluppato da un team di ricercatori brasiliani, il dispositivo è realizzato in materiale vegetale ed è capace di rilevare la quantità di pesticidi presenti sulla superficie di frutta e verdura in pochi minuti. 

Come si rilevano i pesticidi sugli alimenti?

I pesticidi sono ampiamente utilizzati per aumentare i rendimenti delle colture e sono tipicamente applicati per spruzzo anche se si stima che solo il 50% raggiunge il loro obiettivo. Il resto finisce nei terreni, nelle acque sotterranee, e anche sui prodotti alimentari destinati alle tavole. 

Per rilevare quanti pesticidi rimangono sugli alimenti, sono spesso utilizzate tecniche cromatografiche che tuttavia richiedono lunghe procedure, costose apparecchiature e tecnici qualificati, il che rende il processo non solo complesso ma anche limitato al laboratorio. 

Un nuovo sensore per pesticidi biodegradabile e portatile

Per risolvere il problema, i ricercatori dell’Università di San Paolo (USP) e dell’Università Federale di Viçosa in Brasile, hanno ideato un nuovo sensore elettrochimico biodegradabile capace di essere prodotto in larga scala e trasportabile per l’utilizzo direttamente in campo. 

Invece dei materiali comunemente utilizzati come la ceramica o i polimeri plastici, il nuovo sensore è composto principalmente di acetato di cellulosa, un materiale derivato dalla polpa di legno, interamente biodegradabile e dal basso impatto sull'ambiente. L'acetato di cellulosa viene utilizzato come piattaforma su cui i necessari componenti sensoriali possono essere depositati per rilevare i pesticidi presenti direttamente sulla superficie di frutta e verdura.

Nei test condotti il sensore ha rilevato livelli di pesticidi compatibili con quelli ottenuti con sensori tradizionali. Per i ricercatori la tecnologia potrebbe essere utile in futuro alle agenzie di sorveglianza sanitaria di tutto il mondo e ai produttori di prodotti biologici per certificare l’assenza di pesticidi. Il vantaggio per gli agricoltori infatti sarebbe di poter utilizzare il sensore per monitorare i livelli di pesticidi direttamente in campo ed essere sicuri di applicare solo le dosi necessarie a ciascuna coltura o ad una parte di piantagione, riducendo in prospettiva la quantità totale di pesticidi utilizzati. 


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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