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Cosa bere con le ostriche: vino, birra e whisky

Cosa bere con le ostriche: vino, birra e whisky

Cosa bere con le ostriche? Questi molluschi possono essere abbinati sapientemente con altre bevande, quali vino, birra e distillati: scopriamo come.

L’accostamento Champagne ostriche è talmente diffuso da essere ormai riconosciuto come dichiarazione di status, avendo in comune di fatto solo il costo elevato. Ma non è l’unica cosa che si può bere con le ostriche. Del resto tale accostamento viene addirittura riconosciuto come errato da alcuni esperti: la spiccata acidità e l’importante effervescenza dello Champagne non si legano in modo armonioso alla sapidità e alla consistenza del mollusco. Abbiamo, quindi, provato a pensare oltre, trovando degli abbinamenti alternativi.

Vino e ostriche

Il vino, che viene tradizionalmente servito insieme alle ostriche, è il Muscadet, prodotto nella Loira occidentale; è un vino fresco e agrumato con una mineralità salmastra che richiama direttamente il gusto del mollusco.

Un altro interessante abbinamento vitivinicolo è individuato nel Chablis, vino della Borgogna. L’abbinamento è suggestivo, in quanto il suolo in cui viene coltivato è composto in gran parte da fossili marini e i gusci d’ostrica ne rappresentano una porzione rilevante.

Birra e ostriche

Per quanto riguarda l’incontro tra ostriche e birra, bisogna riconoscere un classico nell’accostamento con le Stout. Lo stesso è probabilmente avvenuto per la prima volta intorno alla metà del XVIII secolo in Inghilterra, dove le ostriche erano pescate in abbondanza e le birre scure erano le bevande più diffusa nei locali: erano due prodotti economici alla portata di tutti, ricchi di sostanze nutrienti.

Questa abitudine continuò in Inghilterra, Irlanda e anche in alcuni paesi del nord Europa, fino alla seconda metà del 1800. In seguito, un’eccessiva pesca delle ostriche fece in modo che queste divennero un’esclusiva per i ceti più abbienti: nel 1850 Napoleone III fece promulgare un editto che ne vietava la pesca dal 1 maggio al 31 agosto ossia durante la stagione riproduttiva. Da qui il famoso detto che bisogna consumare le ostriche solo nei mesi che contengono la lettera erre.

Oltre alla componente storica, tale accostamento è riconosciuto come ideale: l’acidità e l’amaro della birra, presenti nelle note tostate delle Stout, sovrastano i sapori del mare e li esaltano in bocca, legando bene con la salinità e la carnosità delle ostriche. A seguito di questo matrimonio è nata una nuova tipologia di birra, la Oysterstout: l’aggiunta del mollusco con anche il guscio dona alle birre note minerali e contribuisce alla morbidezza del prodotto, donando contemporaneamente un sentore salmastro.

Whisky e ostriche

In realtà l’abbinamento tra ostriche e i superalcolici come il whisky è abbastanza azzardato, ma non impossibile. Più che alla tipologia bisogna porre particolare attenzione alla quantità di prodotto che viene utilizzata; una quantità eccessiva può, infatti, rischiare di coprire il gusto del mollusco. Alcuni esperti consigliano, quindi, di vaporizzare.


Caterina Limido
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Laureata in Scienze Gastronomiche, viaggio alla costante ricerca di nuovi spunti. Contagiosa nella passione e nella condivisione del mondo degli spirits, perennemente in bilico tra la filosofia del sapore e una degustazione di vino.
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