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Come si ricicla la plastica in Italia, tra comuni virtuosi ed emergenza

Come si ricicla la plastica in Italia, tra comuni virtuosi ed emergenza

Come si ricicla la plastica in Italia? Perché alcuni Comuni sono virtuosi mentre altre zone - tra cui Roma - versano in uno stato di emergenza?

Plastic Free, un termine che è divenuto bandiera dei movimenti a tutela dell’ambiente. Un obiettivo a cui molte nazioni mirano e che fa sorgere una domanda sulla nostra: come si ricicla la plastica in Italia? Qual è la situazione del nostro Paese tra esempi virtuosi e vere e proprie emergenze nazionali?

Il riciclo della plastica in Italia a partire dalla raccolta differenziata

Prima di affrontare il come si ricicla la plastica in Italia è bene fare riferimento ai dati, i quali in realtà, mostrano una situazione nazionale meno drammatica di quanto ci si possa immaginare. Citando i dati COREPLA - il Consorzio per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica - il nostro Paese si posiziona bene in ambito europeo, figurando tra i primi paesi per riciclo della plastica. Particolare attenzione è posta alla plastica per gli imballaggi: delle 7 milioni di tonnellate di plastica utilizzate in Italia, 2,2 milioni di tonnellate circa riguardano gli imballaggi, di questi l’84% è stato recuperato e ben 700 mila tonnellate riciclate.

Entrando nel merito, per capire come si ricicla la plastica in Italia, è bene chiarire che tutto parte dalla raccolta differenziata. I sacchi della plastica raccolti vengono spediti ai centri di selezione dove il contenuto viene ulteriormente smistato. Non tutte le plastiche infatti sono uguali e tra queste si possono trovare: polietliene, PET, polipropilene, polistirolo e altri. Una volta avvenuta la divisione partono diversi flussi di lavorazione per il recupero e il riciclo dai quali, purtroppo, emerge anche una percentuale non trattabile che finisce nel migliore dei casi termovalorizzata.

Emergenza rifiuti a Roma: il servizio delle Iene sulla raccolta differenziata

La plastica in Italia si ricicla, i dati sono abbastanza chiari, tuttavia esistono realtà soggette a un costante stato di emergenza. Tra queste, purtroppo proprio Roma. Un recente servizio delle Iene ha mostrato come il servizio della raccolta rifiuti capitolino vanifichi completamente gli sforzi dei cittadini. Quanto è emerso è che una mancanza della seconda fase del processo di recupero della plastica: i sacchi di plastica differenziata venivano raccolti, ma il loro contenuto non risultava poi ulteriormente smistato, venendo ammassato insieme ai rifiuti indifferenziati.

Al di là della differenziata, sono anni che Roma versa in una situazione di emergenza sul tema rifiuti, con serie difficoltà sia per la raccolta che per lo stoccaggio, lo smaltimento e il riciclo. La Capitale è una realtà logistica molto complessa a causa della sua estensione e della sua popolosità, il che affiancato a un servizio pubblico spesso poco efficiente e con scarse risorse si traduce in una situazione di costante emergenza.

Uno sviluppo corretto e massivo della differenziata potrebbe essere la soluzione, tuttavia la strada è ancora lunga e il primo passo dovrebbe essere quello di rendere efficiente e funzionale il sistema attuale. Il punto è che per fare ciò sarebbero probabilmente necessarie discariche e/o nuovi inceneritori, allontanando ulteriormente l’obiettivo della differenziata al 100%. Nonostante le giuste denunce la situazione è intricata e complessa, con una soluzione che, per ora, è ancora difficile intravedere.


REDAZIONE
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