Come leggere le etichette dei legumi in scatola

Oggi scopriamo come leggere l’etichetta dei legumi in scatola. I legumi si trovano in commercio freschi, secchi, surgelati o in scatola e costituiscono una delle principali fonti di proteine soprattutto per coloro che seguono una dieta vegetariana o vegana. Tra tutti, i più consumati sono sicuramente quelli in scatola che azzerano i lunghi tempi di ammollo e cottura del corrispettivo secco. Come per tutti i prodotti confezionati però è fondamentale saper leggere le etichette, senza demonizzare un’intera categoria come invece spesso accade.
Legumi in scatola: cosa cercare in etichetta
Il primo ingrediente che si può leggere sull’etichetta dei legumi in scatola sarà sicuramente il tipo di legume, a cui dovrebbero seguire unicamente acqua e sale. Questa è la lista tipo degli ingredienti dei legumi in scatola, nonché quella più auspicabile. Spesso però la lista prosegue: glutammato, zucchero e additivi compaiono in alcuni prodotti rendendoli meno sani ma sicuramente più appetibili. A questo infatti serve il glutammato monosodico, un noto esaltatore di sapidità, mentre lo zucchero, soprattutto per mais e piselli, ha la funzione di renderli più dolci e delicati.
La nota negativa dei legumi in scatola e che solitamente è trasversale - vale a dire che accomuna tutte le marche - è che in etichetta non viene riportato se l’ingrediente di partenza è un legume secco o fresco. Anche l’origine del prodotto, non essendo obbligatoria, viene spesso tralasciata. Solo le marche più trasparenti la riportano, in particolare se si tratta di prodotti italiani.
Consigli per il consumo dei legumi in scatola
Oltre a leggere l’etichetta, dei legumi in scatola è bene sapere che perdono parte dell’apporto proteico a causa del processo di pastorizzazione. Pertanto, coloro che seguono una dieta vegetariana o vegana dovrebbero assumere proteine anche da altre fonti. È molto importante poi gettare il liquido di governo (che dovrebbe essere chiaro e limpido) e sciacquare bene i legumi prima di consumarli in modo da rimuovere il sale in eccesso.
Infine, preferite quelli in vetro o tetrapak a quelli in scatola per scongiurare il rischio della presenza del Bisofenolo A (BPA), una sostanza chimica utilizzata per la lavorazione di resine e plastiche dannosa per l’uomo. I contenitori in latta inoltre, pur essendo riciclabili, impattano molto più sull’ambiente rispetto al vetro per via del processo di produzione prima e di lavaggio poi.
