Climate Café: nasce un luogo per parlare di eco-ansia

L’eco-ansia è una condizione sempre più diffusa che sta interessando operatori della salute mentale in tutto il mondo. Quello che preoccupa non è solo l’impatto che uno stato cronico o acuto di ansia può avere sulla persona, ma anche il senso di isolamento sociale e di solitudine che accompagna le preoccupazioni legate al cambiamento climatico.
I Climate Cafés nascono come risposta al bisogno di condivisione, vicinanza e comunità rispetto proprio ai timori per l'ambiente. Si tratta di incontri relativamente informali dove le persone si riuniscono per parlare di come stanno vivendo la crisi climatica ed ecologica.
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La nascita dei Climate Cafés
Spesso, infatti, chi soffre di eco-ansia (detta anche ansia-climatica) tende a non condividere le proprie emozioni con altri per timore di non essere compresi, di essere sminuiti, o di risultare “pesanti”. Questa reticenza fa sì che si vive il disagio in solitudine, aggravando così lo stato di malessere psicologico.
Come spiega Rebecca Nestor, membro della Climate Psychology Alliance e da anni facilitatrice di Climate Cafés, l’origine di questi incontri è “una sorta di mistero”.
“Non c’è stato un inizio specifico o un movimento coordinato, ma anzi è avvenuto tutto in modo organico. A un certo punto, gruppi che conducevano Climate Cafés sono spuntati qui e lì in tutto il mondo, diventando sempre più numerosi”.
Secondo la Dott.ssa Nestor, la rapida proliferazione dei Climate Cafés è segno di una risposta spontanea e collettiva a un bisogno forte e condiviso: quello di avere uno spazio di dialogo e di comunità per uscire dall’isolamento e impotenza nei confronti della crisi ecologica.
Cosa sono i Climate Cafés?
Parte fondamentale dei Climate Cafés è il concetto di “Café”: si vuole ricreare il senso del ritrovo al bar con gli amici – un contesto sicuro e familiare dove ci si può raccontare liberamente. “Ogni emozione è valida e va accolta ed ascoltata. C’è un immenso senso di sollievo nel sapere che non si è soli a vivere delle emozioni forti rispetto alla situazione ambientale”.
Gli incontri sono spesso condotti da uno psicologo o da un facilitatore con una formazione specifica, ma l’idea è che non c’è nessun “esperto”: i partecipanti, inclusi i conduttori, sono tutti co-cittadini impattati dalla crisi climatica.
A chi sono rivolti i Climate Cafés?
I Climate Cafés sono rivolti a tutti e spesso coinvolgono persone molto diverse tra loro – da esperti in discipline ecologiche a coloro che semplicemente sono preoccupati per quello che sentono o vedono intorno a loro. Questa varietà di prospettive rende lo spazio di condivisione un terreno fertile dove trovare non solo ascolto e conforto, ma anche idee creative e rinnovate energie.
Dall’isolamento all’azione collettiva
Sebbene i Climate Cafés non siano necessariamente mirati a promuovere azioni pro-ambientali o di mitigazione agli effetti del cambiamento climatico, spesso le persone che partecipano si sentono più capaci di fare fronte alla sfida ecologica, uscendo dal senso di impotenza, frustrazione ed eco-paralisi.
Sentirsi parte di una collettività aiuta a sviluppare un senso di agency e empowerment, ovvero la consapevolezza che le proprie idee e azioni possono avere un impatto positivo, soprattutto se unite a quelle di altri. Si passa così dal pensiero “Sono solo e impotente” a “Faccio parte di una comunità globale che mira allo stesso obiettivo”.
Questo passaggio è proprio quello che serve per superare il disagio individuale dell’ansia climatica e affrontare collettivamente la grande sfida dei nostri tempi.

Dopo diversi anni di lavoro come psicoterapeuta, mi sono avvicinata al mondo dell’eco-psicologia seguendo la mia passione e curiosità nei confronti del mondo naturale. Mi piace poter approfondire – per poi divulgare – i diversi modi in cui relazionarci con la natura ci aiuta a promuovere il benessere individuale, collettivo e ambientale.
Dopo diversi anni di lavoro come psicoterapeuta, mi sono avvicinata al mondo dell’eco-psicologia seguendo la mia passione e curiosità nei confronti del mondo naturale. Mi piace poter approfondire – per poi divulgare – i diversi modi in cui relazionarci con la natura ci aiuta a promuovere il benessere individuale, collettivo e ambientale.