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Cicerchiata, il dolce di Carnevale che arriva dal Medioevo

Cicerchiata, il dolce di Carnevale che arriva dal Medioevo

La cicerchiata è un dolce di Carnevale con una lunga e misteriosa storia alle spalle: avrebbe avuto origine nel Medioevo, ma diverse regioni si combattono l’idea originale.

La cicerchiata, dolce di Carnevale tradizionale, è una tipica ricetta preparata in diverse regioni d’Italia. La sua storia è avvolta nel mistero, ma secondo diverse fonti andrebbe indietro di secoli, fino al Medioevo. Propria per questa sua lunga storia ha permesso al dolce di essere certificato come PAT - Prodotto Agroalimentare Tipico - in tre regioni: Abruzzo, Marche e Molise.

La storia della cicerchiata

Esistono diverse storie sull’origine della cicerchiata e nessuno è ancora riuscito a trovare il bandolo della matassa per chiarire chi abbia veramente creato questo piatto. Da una parte c’è chi sostiene sia nato in Abruzzo, dove in effetti si produce anche un miele di altissima qualità, ingrediente fondamentale per questo dolce.

Secondo altre fonti c’è la possibilità che sia nato in pieno Medioevo in qualche territorio a cavallo tra l’Umbria e le Marche, o in alternativa potrebbe essere un discendente di un dolce squisitamente marchigiano. In ogni caso l’indizio più deciso lo fornisce proprio il nome: è molto probabile che derivi dal legume cicerchia, la cui forma ricorda moltissimo le piccole palline fritte che costituiscono il dolce.

Oggi questa ricetta viene preparata in occasione del Carnevale in Abruzzo, Marche, Molise, e Umbria, mentre un suo parente molto prossimo, gli struffoli, si prepara in Campania per Natale. Un altro tema è il simbolismo: secondo diverse fonti doveva essere un piatto portafortuna, un po’ come le lenticchie, visto che le piccole ma numerose palline dovevano simboleggiare ricchezza e buon auspicio.

Come si fa la cicerchiata, il dolce di Carnevale

La ricetta della cicerchiata è rimasta praticamente invariata dalle sue origini medievali. Si tratta di una preparazione semplice, oggi preparata con farina tipo 00, a differenza del piatto originale che probabilmente prevedeva farine meno raffinate. Per completare l’impasto servono anche uova, zucchero e olio d’oliva, che daranno vita ad un composto che verrà ridotto in piccole palline da friggere successivamente nell’olio.

A questo punto le palline vengono disposte su un piatto, in alcuni casi miscelate con delle mandorle, e impastate con abbondante miele. Questo singolare mix, una volta raffreddatosi, può essere modellato in diverse forse, da semplici coni a ciambelle, servito in mezzo alla tavola affinché tutti i commensali possano raggiungerlo assieme.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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