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Cibo nello spazio, la nuova frontiera

Cibo nello spazio, la nuova frontiera

Cibo nello spazio: dalla spedizione del frutto dorian, alla cottura del pane, fino ai nuovi studi della NASA su come coltivare in orbita.

Il cibo dello spazio, grazie ai recenti passi da gigante della ricerca e dell’innovazione, è diventato sempre più appetibile. Dalle pappette insapori di un tempo si sta gradualmente passando a menù sempre più ricercati, saporiti e addirittura tradizionali. Sempre ovviamente conformi ai requisiti necessari tra cui leggerezza, flessibilità ed elevato valore nutrizionale.

Ma non solo. La NASA ha iniziato da poco a studiare i metodi di coltivazione nello spazio e si è dato il via alla spedizione dei primi prelibati cibi tradizionali, per analizzarne gli effetti nel cosmo e arricchire l’assortimento di pietanze per i futuri viaggi intergalattici.

Le prime delizie alimentari spedite nello spazio

Avrete forse sentito parlare del durian, frutto esotico del sud est asiatico, noto per essere il più puzzolente del mondo ma considerato una prelibatezza in alcuni paesi. Mentre in alcune nazioni il frutto è addirittura bandito sui mezzi di trasporto e negli alberghi, la Thailandia lo ama a tal punto da averne spedito uno nello spazio - così come è stato già fatto per l’amatissimo pane all’aglio - nella speranza di vedere il frutto incluso tra le portate dei futuri viaggi nello spazio, magari insieme ad altre specialità locali. La Thailandia ha deciso di effettuare un esperimento, spedendo con un razzo un durian cotto al forno.

L’obiettivo è quello di farlo stazionare nell’atmosfera per 5 minuti per studiarne poi sapore e consistenza una volta tornato sulla Terra. La GISTDA, Geo-Informatics and Space Technology Development Agency, ha inoltre dichiarato che se questo lancio darà risultati positivi, la Thailandia procederà poi con anche con il test di altri cibi locali, tra cui il il pad Thai, ovvero noodle di riso saltati in padella con ingredienti vari, e i mango sticky rice, ovvero il delizioso budino di riso con latte di cocco e mango. È probabile che gli astronauti, thailandesi o no, alla sola idea di poterli gustare in viaggio si stiano già leccando i baffi.

Un’ultima curiosità: il primo e unico altro cibo locale spedito nello spazio è stato un kimchi, ossia una specialità tipica coreana a base di verdure piccanti fermentate tra cui il cavolo cinese. Questa ricetta etnica e gustosa fu infatti spedita insieme a un astronauta della Corea del Sud nel 2008.

Gli esperimenti della NASA sulla coltivazione di cibo nello spazio

Non solo piatti tradizionali e appetitosi manicaretti delle cucine tradizionali del mondo, il futuro dei viaggi cosmici potrebbe comprendere anche la coltivazione di prodotti in loco. La NASA ha infatti da poco avviato un esperimento chiamato Veggie, il cui obiettivo è quello di fornire agli equipaggi una fonte di cibo a lungo termine. Nei test precedenti già effettuati gli astronauti, grazie a un nuovo strumento in fase di collaudo dal peso di appena 44 chili, avevano coltivato con successo la lattuga.

Attualmente i ricercatori stanno tentando di capire: che effetto abbiano le radiazioni e la mancanza di gravità sulle piante, quanta acqua sia necessaria, e come evitare la muffa, e comprendere, infine, quale specifiche mansioni debbano ricoprire gli astronauti all’interno di questo processo.

Insomma, non resta che aspettare il prossimo passo di questa entusiasmante ricerca sul giardinaggio spaziale. Oltre alla lattuga spaziale, e chissà quanti altri tipi di verdure, vi abbiamo già parlato del progetto chiamato Bake in Space, per produrre un impasto e un forno adatti alla panificazione nello spazio, che dovrebbe concludersi entro la fine del 2018.


Ivana De Innocentis
Ivana De Innocentis
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Nomade digitale, docente di social media marketing e scrittrice, appassionata di viaggi, arte, tecnologia e alimentazione vegetariana e vegana. In cucina ama prendere spunto dalle sue passioni, aggiungendo ingredienti naturali e un pizzico di creatività.
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