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Chef Philippe Léveillé, il giudice de Il Ristorante degli Chef

Chef Philippe Léveillé, il giudice de Il Ristorante degli Chef

Chef Philippe Léveillé nella veste di giudice de Il Ristorante degli Chef: la nuova avventura dello chef francese di cui vi raccontiamo le prime impressioni.

Vedere chef Philippe Léveillé in qualità di giudice de Il Ristorante degli Chef è una novità. Lo chef stellato del ristorante Miramonti l’Altro in provincia di Brescia e de L’aLtro a Hong Kong, infatti, aveva già fatto il suo debutto davanti alle telecamere in altri programmi di cucina, ma sempre in qualità di ospite. Dopo aver visto la prima puntata del nuovo programma di RAI 2 dedicato alla cucina, ecco cosa ci ha raccontato lo chef.

Chef Philippe Léveillé a Il Ristorante degli Chef

Lo chef Philippe Léveillé ci ha raccontato di aver ricevuto diverse proposte relative alla sua partecipazioni a programmi e trasmissioni TV, ma a convincerlo è stata solo quella de Il Ristorante degli Chef: «ho apprezzato immediatamente l’idea del programma e il progetto curato da Barbara Boncompagni. Mi è sembrato fin da subito un prodotto di qualità, a cui tutti abbiamo contribuito a dare una forma. L’abbiamo cresciuto come fosse un bambino!».

Il progetto ha voluto assumere un taglio sartoriale che potesse rispecchiare, già dalle prime puntate, nel modo più dettagliato possibile, il reale lavoro di una brigata in cucina. «dei ragazzi che non hanno mai messo piede in una cucina professionale, nel corso del programma, verranno messi alla prova per la prima volta con dei veri e propri servizi. Il lavoro che si è fatto davanti alle telecamere è lo stesso che normalmente svolge una brigata di un ristorante di livello. Senza poi contare che tra gli esigenti clienti ci saranno anche dei VIP». Insomma, una vera sfida per i concorrenti che dovranno gestire a tutti gli effetti un vero ristorante e soddisfare le aspettative di tre giudici di alto livello.

La squadra dei giudici

Tre volti - relativamente - nuovi nell’ambito dei programmi di cucina quelli della squadra dei giudici de Il Ristorante degli Chef, ma di certo di certo di alto livello. In merito lo chef Philippe Léveillé: «Tre giudici, tre modi di pensare. Siamo tutti dei professionisti che hanno deciso di mettersi alla prova per accompagnare l’avventura degli aspiranti chef». Una team che si è dimostrato fin da subito affiatato: «conoscevo già Andrea (Berton) e avevamo avuto occasione di collaborare in passato.

Un professionista che ammiro e con cui ho trovato subito il giusto feeling. Di Isabella (Potì) avevo sentito parlare ma non avevo mai avuto occasione di incontrarla prima. Ho scoperto una persona fantastica: competente, professionale e umile». Il programma nasce dal lavoro di squadra: «ognuno ha fatto la sua parte portando nel progetto la sua esperienza e le sue peculiarità. Abbiamo creato, lavorando insieme a tutta squadra, un prodotto tagliato su misura che potesse portarci, sì a giudicare, ma anche ad accompagnare degli appassionati aspiranti chef.»

Qualche curiosità sul programma dallo chef Philippe Léveillé

Uno degli aspetti più critici relativi ai cooking show è la questione del rispetto, sia esso inteso per i concorrenti e per la materia prima. «Nel corso delle puntate potrete vedere si è scelto di mantenere uno stile pulito ed elegante. Abbiamo voluto mostrare il massimo rispetto ai concorrenti, cercando tuttavia di dar loro consigli utili». Anche lo spreco è un argomento a cui si è voluta dare piena attenzione: «un buono chef non può e non deve sprecare, anzi sta nella sua professionalità la capacità di recuperare reinventando, quando si può.

Nel programma abbiamo voluto trasmettere questo concetto. I rispetto per il cibo è imprescindibile. Non vedrete piatti nella spazzatura!». Il lavoro degli chef è molto cambiato è si è spostato anche di fronte alle telecamere: «oggi si è creata questa grande attenzione per la cucina, il che è anche positivo. Facciamo un lavoro bellissimo, ma non dobbiamo dimenticare, che se siamo arrivati in alto non possiamo non rispettare chi ci ha permesso di arrivarci, siano essi pubblico o clienti».


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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