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Che cos’è la viticoltura eroica

Che cos’è la viticoltura eroica

La viticoltura eroica è così definita quando praticata su territori particolarmente impervi. Le condizioni di lavorazione di questi vitigni sono estreme per ragioni legate al terreno, al clima o alla alla quota.

Il termine viticoltura eroica fa riferimento ad una coltivazione difficoltosa ma estremamente valida. I vigneti, infatti, definiti in questo modo sono localizzati in aree di difficile gestione, a cui lavoratori appassionati e motivati devono dedicare la loro attenzione quotidianamente.

La fatica, impiegata per la realizzazione di un vigneto eroico, trova la sua giustificazione nell’ottima qualità del prodotto realizzato. La maggior parte di queste realtà coltiva vitigni autoctoni, solo in parte integrati con quelli internazionali, in grado di produrre vini del tutto peculiari e verso cui il consumatore dimostra grande attenzione e gradimento.

La definizione legislativa di viticoltura eroica

Secondo il CERVIM - Centro di Ricerca per la Viticoltura Montana - i criteri, necessari per rientrare nella definizione di viticoltura eroica, sono:

  • Una pendenza del terreno superiore al 30%
  • Un’altitudine superiore a 500 metri sopra il livello del mare
  • Un sistema viticolo che si sviluppa su terrazze e gradoni
  • Il posizionamento su piccole isole

Ovviamente è molto difficile che un’azienda abbia contemporaneamente tutte queste caratteristiche; è sufficiente che ne risulti solo una, per ottenere la denominazione.

Il Testo Unico del Vino, approvato definitivamente nel 2016 dalla Commissione Agricoltura della Camera, permette il riconoscimento e la salvaguardia dei vigneti eroici o storici, affermando che «Lo Stato promuove interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei vigneti delle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale, denominati vigneti eroici o storici».

Le aree riconosciute vigneti eroici in Italia

I vigneti, definiti eroici, sono sparsi in tutto il territorio italiano e anche estero, come ad esempio le isole Canarie. Il primo esempio citabile è quello delle colline del Prosecco, ora candidate come Patrimonio dell’Umanità presso l’UNESCO: il vitigno Glera viene coltivato su versanti di collina con pendenze difficili da percorrere con mezzi meccanici.

Altra coltivazione estrema è quella del Muller Thurgau, bianco aromatico del Trentino. La sua viticoltura è praticata su terrazzamenti, realizzati con massi e ciottoli di porfido, roccia vulcanica che conferisce aromaticità e intensità olfattiva al vino stesso.

In Lombardia la Valtellina è attrezzata con terrazzamenti; è la più estesa zona di viticoltura alpina italiana. Qui nascono rossi potenti e vellutati, adatti a un lungo invecchiamento, come lo Sfurzat della Valtellina. In Valle d’Aosta ci sono le vigne più alte di Europa. Nasce qui, infatti, il vino dei ghiacciai, le cui radici affondano nelle pendici del Monte Bianco. Dalla montagna al mare della Liguria: le Cinque Terre hanno una viticoltura eroica, fondata su gradoni e terrazzamenti, dove nascono vini pregiati come lo Schiacchetrà, vino dorato e dal profumo di miele.


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Caterina Limido
Scopri di più
Laureata in Scienze Gastronomiche, viaggio alla costante ricerca di nuovi spunti. Contagiosa nella passione e nella condivisione del mondo degli spirits, perennemente in bilico tra la filosofia del sapore e una degustazione di vino.
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