In alcuni boschi del Piemonte il numero dei cervi volanti è più che raddoppiato, segnale che la qualità delle aree verdi sta migliorando.
Non sempre gli insetti suscitano delle reazioni positive nelle persone. Esistono però delle specie che si sono guadagnate la simpatia di chi li ha incontrati. Tra queste specie rientrano i cervi volanti, veri e propri indicatori dello stato di salute dei boschi. Il monitoraggio per il 2023 di questo insetto in Piemonte mostra che la sua popolazione in alcune aree verdi della regione è più che raddoppiato. Sono però necessari altri interventi per migliorare lo stato di salute di questi ecosistemi.
Il monitoraggio dei cervi volanti in Piemonte
Proprio in questi mesi si è concluso il monitoraggio dei cervi volanti (Lucanus cervus) eseguito nelle aree protette del Po piemontese. Le operazioni di censimento del L. cervus giungono al loro apice in estate, il periodo più caldo dell'anno, in concomitanza con il picco della stagione riproduttiva dell’insetto. Infatti, è proprio questo il momento più indicato per individuare gli esemplari di cervo volante.
Il monitoraggio è stato eseguito nei 24 siti della Rete Natura 2000 della zona. Natura 2000 è uno strumento dell’Unione Europea per tutelare la biodiversità e consiste in una rete ecologica diffusa in tutta Europa. Lo stesso monitoraggio è uno degli impegni indicati dalla direttiva europea Habitat, elaborata proprio per ripristinare gli ecosistemi e favorire la biodiversità.
I dati
Il monitoraggio dei cervi volanti a cura dell’ente che gestisce le Aree protette del Po piemontese si è concluso con delle buone notizie. Infatti, il numero complessivo dei cervi volanti all’interno delle aree monitorate risulta essere più che raddoppiato rispetto al 2022. Nello specifico, nella sola Zona Speciale di Conservazione della Collina di Superga ne sono stati registrati più di cento esemplari.
Inoltre, la specie risulta essere in espansione verso nuove aree verdi. Infatti, alcuni cervi volanti sono stati osservati per la prima volta nel Bosco del Gerbasso (Carmagnola) e nella Zona di Protezione Speciale del Meisino (Torino). La presenza di questo insetto è indice del fatto che questi boschi stanno migliorando dal punto di vista ecologico.
Di cosa hanno bisogno i cervi volanti
Nonostante il buon risultato ottenuto dal monitoraggio dei cervi volanti nei boschi del Piemonte, c’è ancora tanto lavoro da fare per riqualificare le aree verdi e gli ecosistemi. Infatti, secondo gli esperti c’è ancora troppo poco legno morto al suolo rispetto a quello necessario per avere un bosco in salute. Quest’ultimo elemento è fondamentale non solo per i cervi volanti ma anche per le piante.
Questi appariscenti coleotteri si nutrono del legno morto. In questo modo contribuiscono alla formazione dell’humus. La materia organica contenuta nell’humus è fondamentale per la vita delle piante e dell’intero bosco. Lo stesso regolamento forestale prevede di lasciare a terra un determinata quantità di legno morto.
Quali alberi preferiti dai cervi volanti
I cervi volanti sono animali abbastanza rari da osservare in natura, figurarsi nelle città. Tuttavia, è possibile trovarli anche nelle aree meno rurali per via della loro predilezione verso certi alberi rispetto ad altri. Questi coleotteri sono solitamente associati a querce, tigli, faggi, ippocastani e salici. In particolare, l’utilizzo ornamentale dell’ippocastano rende più facile poter osservare i cervi volanti in città.