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Cavalli lipizzani: l’origine della razza patrimonio UNESCO

Cavalli lipizzani: l’origine della razza patrimonio UNESCO

Dall’origine nobile, i cavalli lipizzani sono stati riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, ecco la loro storia

Pochi animali hanno avuto nel corso dei millenni un rapporto tanto stretto con l’uomo come i cavalli. E per alcune razze in particolare si tratta di qualcosa di più che passare dai campi agricoli a quelli di battaglia: per alcune razze di un vero e proprio legame con cultura e tradizione di intere popolazioni. È il caso dei cavalli Lipizzani che, proprio in virtù della loro storia e del loro retaggio sono entrati a far parte del patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Ma qual è la storia e l’origine dei cavalli lipizzani?

lipizziani unesco
Foto: Kornelia Laubach @Pixabay

L’origine dei cavalli lipizzani

Come spiega il CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria che si occupa dell’allevamento dei lipizzani in Italia, la storia dei lipizzani affonda le sue radici in quella dei grandi regni e imperi europei. L’origine dei cavalli lipizzani è riconducibile al granduca Carlo II d’Asburgo, figlio dell’allora re di Austria e Spagna, Ferdinando I. Nel 1580 Carlo II decise di allevare una razza speciale di cavalli nella sua tenuta di Lipizza, in Slovenia, da cui la razza di cavalli prese il nome. In origine la razza di partenza era di origine spagnola ma presto i lipizzani iniziarono a sviluppare delle caratteristiche indipendenti, in particolare dalla fine del 1700.

I primi lipizzani arrivarono in Italia ufficialmente dopo la fine della Prima Guerra Mondiale come risarcimento da parte dell’Austria ma il primo allevamento italiano di lipizzani vero e proprio, arriva dopo la Seconda Guerra Mondiale, prima a Pinerolo nei pressi di Torino, e infine a Montelibretti, nei pressi di Roma. Non più necessari per scopi bellici, l’allevamento di cavalli lipizzani in Italia è passato quindi al Ministero dell’Agricoltura.

Il riconoscimento come patrimonio dell’umanità

Nonostante la loro origine imperiale, i cavalli lipizzani oggi rappresentano un patrimonio culturale per molte differenti nazioni europee. In quanto tali rappresentano un elemento di condivisione e unità tra popoli differenti che si riconoscono nell'amore, nel rispetto e nella cultura del cavallo lipizzano. Per questi motivi l’UNESCO ha accettato la candidatura presentata da 8 stati europeei, Austria, Bosnia e Erzegovina, Croazia, Ungheria, Italia, Romania, Slovacchia e Slovenia per il riconoscimento dei cavalli lipizzani come patrimonio dell’umanità.

Le motivazioni dell’UNESCO

“Oggi il cavallo lipizzano svolge un ruolo speciale nella vita culturale e sociale delle comunità rurali” si legge nelle motivazioni UNESCO “Sono inclusi in eventi, celebrazioni e festeggiamenti, processioni e sfilate”. Non solo: “I lipizzani svolgono un ruolo chiave nell'equitazione terapeutica e nel turismo sostenibile. I valori, le conoscenze, le abilità e le pratiche vengono trasmessi attraverso esperienze pratiche, seminari e sessioni di formazione, nonché durante eventi festivi e sportivi. La pratica fa parte anche dei curricula di alcune scuole primarie locali e di tutte le scuole agrarie e professionali e delle università agrarie e veterinarie”. Insomma, l'allevamento di cavalli lipizzani “unisce le comunità di diverse nazioni europee da oltre 450 anni, generando un forte senso di identità condivisa”.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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