Caratteristiche della carice, la pianta usata da Ikea

Le Carici sono piante spontanee del genere Carex. Sono diffuse in tutto il mondo e si vedono spesso nei parchi, nei giardini e, non di rado anche in vaso, utilizzate per lo più a scopo ornamentale. Le particolari caratteristiche della carice, però, la rendono anche adatta a essere trasformata e riutilizzata come fibra naturale, ottima per produrre componenti d’arredo sostenibili e resistenti.

Che pianta è la Carex o Carice
Le Carici, forse meglio conosciute come Carex, appartengono a un genere molto ricco e composito, il più numeroso di tutta la famiglia di riferimento, quella delle Ciperacee, a cui appartiene anche il papiro. Si contano, infatti, centinaia di specie diverse di carice, tra quelle di origine asiatica e europea.
Ogni Carex ha caratteristiche proprie e distintive, ma in generale, in quanto piante spontanee, si sono diffuse praticamente in tutte le zone a clima temperato della Terra, diventando una vera e propria pianta cosmopolita.
Le migliori caratteristiche della carice, una pianta positiva
Oltre che a scopi ornamentali alcune varietà di Carici, una su tutte la Carice Spondicola, vengono trasformate e utilizzate come fibre naturali, ottime per impagliare sedie e intessere stuoie, rivestire fiaschi o progettare componenti d’arredo sostenibili. Non a caso, grazie a questa sua caratteristica, la carice veniva regolarmente utilizzata allo scopo fino al secondo dopoguerra, per poi essere dimenticata.
Oggi, però, la Carice Spondicola, nome scientifico Carex Riparia, torna finalmente a far riparlare di se. La nota catena svedese IKEA, infatti, la impiega nella produzione di ceste, sgabelli, per decorare specchi e paralumi, rilanciandola insieme alla sua linea d’arredo sostenibile.
Dalla carice una fibra naturale 100% vegetale
Le fibre naturali sono una risorsa davvero preziosa per le nostre esigenze di sostenibilità e oggi come mai prima ne abbiamo a disposizione una quantità e una varietà veramente incredibile. Queste si distinguono principalmente in :
- Fibre di origine animale come il cotone, la seta o la lana, ma anche il cashmere, l’alpaca o l’angora.
- Fibre di origine vegetale come lo è il lino, il cotone o la iuta, ma anche la canapa, la rafia e la fibra di cocco.
Fibre naturali alternative
Le fibre naturali di origine vegetale conosciute sono abbastanza numerose. Ma alle più comuni e diffuse, e non sempre sostenibili solo perché naturali (vedi l'esempio del cotone), vanno aggiunte tutta una serie di fibre naturali meno conosciute ma decisamente prestanti.
Tra le novità troviamo:
- Fibra di bambù
- Kanaf, ricavato dalla pianta di ibisco
- Kapok, pianta dell’India, dell’Africa e del Sud America
- Lenpur, dai rami d’abete bianco
- Fibra d’alga
- Fibra di carice o Carex.
