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Cannucce: quali rimangono più a lungo nell’ambiente?

Cannucce: quali rimangono più a lungo nell’ambiente?

Le cannucce inquinano l’ambiente e un nuovo studio ha mostrato che, persino tra quelle ecofriendly esistono alternative migliori di altre.

Anni fa le cannucce di plastica erano onnipresenti, ma quando la consapevolezza sull’ambiente è cresciuta, la situazione è cambiata. Oggi a dominare sono le alternative in carta o in materiali biodegradabili, ma un nuovo studio ha alzato l’allerta anche su questi. Secondo un paper pubblicato in ACS Sustainable Chemistry & Engineering, infatti, il tempo necessario perché i ritrovati alternativi si disgreghino rimane a volte lungo.

Cannucce: quali rimangono più a lungo nell’ambiente?
@envatoelements

Cannucce: quanto a lungo inquinano l’ambiente? 

A indagare su quanto le cannucce rimangano ancora oggi un problema per l’ambiente ci ha pensato un team della Woods Hole Oceanographic Institution. I ricercatori si sono chiesti se le alternative oggi utilizzate per realizzare i piccoli oggetti siano davvero più ecologiche della classica plastica e, soprattutto, quanto tempo richieda la loro disgregazione in ambiente costiero. 

Ne è emerso che le cannucce di carta sembrano destinate a degradarsi completamente in 10 mesi. Per le alternative in PHA, poliidrossialcanoati, ovvero in un particolare tipo di bioplastica, l’intervallo arriva a 15. Per quelle in CDA, diacetato di cellulosa, il valore raggiunge i 20 mesi. PLA, Acido Polilattico, e PP, Polipropilene, richiedono, infine, tempi molto più lunghi.

Cannucce biodegradabili nell’ambiente 

Per capire quali cannucce siano effettivamente meno resistenti nell’ambente i ricercatori hanno eseguito una serie di indagini sperimentali. Il team ha, dunque, collocato otto tipologie di cannucce in sospensione in un contenitore in cui l’acqua di mare scorreva a flusso continuo. Temperatura, esposizione alla luce e altre variabili ambientali sono state controllate così da ricreare una situazione il più possibile simile a quella che si verifica in natura. 

I dati sono stati raccolti dopo 16 settimane. Ne è emerso che le cannucce in carta, PHA e CDA avevano perso in tale intervallo dal 25 al 50% del proprio peso. Quelle in PP e PLA erano rimaste sostanzialmente intatte.

Rendere le cannucce biodegradabili nell’ambiente 

Il nuovo studio apre importanti prospettive sull’impatto che le cannucce hanno sull’ambiente. Colin Ward, autore leader, ha specificato che la ricerca mostra che alcuni materiali utilizzati per creare bioplastiche si degradano effettivamente velocemente e che questa è una buona notizia. Il team si è, però, spinto oltre. 

Gli scienziati si sono, infatti, chiesti se modificare la struttura dei composti utilizzati potesse fare la differenza. Hanno, dunque, evidenziato che la schiuma di CDA si disgregava due volte più velocemente della versione solida. Le stime suggeriscono, perciò, che un prototipo di cannuccia realizzata con essa si possa disgregare nell’ambiente in otto mesi.

La messa al bando delle cannucce monouso in plastica rappresenta un traguardo per l’ambiente, ma il nuovo studio dimostra che la strada da fare è ancora lunga. I ricercatori hanno specificato che è necessario tanto migliorare la trasparenza sugli effettivi tempi di biodegradabilità dei materiali, quanto progredire nella ricerca per accorciare ulteriormente i tempi. Appare altrettanto importante fare in modo che i piccoli oggetti di nuova generazione soddisfino i consumatori e anche questo rappresenta una sfida.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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