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Bubble Tea, arriva anche in Italia il tè dei Manga

Bubble Tea, arriva anche in Italia il tè dei Manga

La prima volta che mi capitò di assaggiare il Bubble Tea fu a Berlino, durante una vacanza con amici. Lo chiamavano Boba per far prima, chi di loro era già stato negli States raccontava di una bevanda saporita, aromatizzata ai gusti più disparati e condita con un vasto assortimento di sfere di tapioca o frammenti di gelatine alla frutta.

Ricordo distintamente l’orrore nell'osservare la commessa orientale dietro il bancone miscelare un quantitativo un po’ esagerato di liquidi per qualcosa che viene definito tè, la cannuccia spessa per poter pescare dal fondo del bicchiere. Infine la sensazione dopo i primi due sorsi, assolutamente inaspettata: mi ero innamorato.

Un’invenzione degli anni ‘80

Sembrerebbe che il primo tè sul genere sia stato miscelato a Taiwan negli anni ‘80, probabilmente sulla falsa riga del caffè shakerato. Alcune fonti riportano che Liu Han-Chieh, durante un viaggio in giappone, vide un barista preparare del caffè lungo e freddo mescolandolo vigorosamente e decise di fare altrettanto con il tè, bevanda particolarmente apprezzata a Taiwan.

Qualche anno dopo, più precisamente nel 1988, la sua product development manager Lin Hsiu Hui fece scivolare, non si sa bene se volontariamente o per errore, il suo dolce a base di tapioca dentro un bicchiere con del tè. Era appena nato il Bubble tea o Boba, dal nomignolo con cui i Taiwanesi si riferiscono alle sfere di tapioca.

Quindi fondamentalmente di questo stiamo parlando, tè verde o nero servito sia caldo che freddo, miscelato con succhi o sciroppi dolci di diverso sapore e consistenza, guarnito con sfere di tapioca o frammenti di gelatina alla frutta, il tutto servito con una caratteristica cannuccia molto larga per riuscire a sorbire tutti gli ingredienti contemporaneamente.

Il Bubble Tea in tutto il mondo

La bevanda cominciò ad uscire dai confini del paese e rapidamente si diffuse in tutto il mondo, anche se trovò terreno particolarmente fertile proprio lì dove prese ispirazione, in Giappone, dove i ragazzi andavano matti per il Boba, molto probabilmente per il suo aspetto colorato, variopinto e un po’ sopra le righe, perfettamente aderente con lo stile di certi manga molto di moda all’epoca.

Da lì in poi la bevanda fece un grande salto verso gli Stati Uniti e oggi si può trovare bene o male ovunque. Perfino l’Italia, storicamente abbastanza reticente ad accettare mode gastronomiche dall’estero, comincia oggi a cedere alla tentazione imperlinata di tapioca, tanto che alcuni locali, prima segregati nelle piccole ‘chinatown’ di tutta Italia, iniziano ad uscire allo scoperto.

Fonti: carryonkitchen.com - laweekly.com - lacucinaitaliana.it


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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