Black Friday: l’impatto ambientale degli sconti è di 386 mila tonnellate di CO2

Il Black Friday è in corso e gli acquisti sono entrati nel vivo. In Italia sono attesi ingenti guadagni, ma a preoccupare è l’impatto ambientale degli sconti. Trasporti, ritmi di produzione altissimi e packaging si traducono, infatti, in emissioni e lo stesso vale per gli sprechi connessi al periodo. Comportarsi in modo più consapevole è dunque d’obbligo, ma spesso è complicato.

Il Black Friday oggi
“Black Friday” è ormai un’espressione nota e riflettere sull’impatto ambientale degli sconti è invitabile. Il fenomeno, nato negli USA, deve il nome all’inchiostro che tradizionalmente i commercianti usavano per segnare i guadagni. Esso indicava in origine il giorno dopo il Ringraziamento, data in cui iniziavano le promozioni per incentivare allo shopping natalizio. Oggi quello del Black Friday è diventato un periodo, nonché una ricorrenza globale. Quest’anno in Italia ci si attendono spese per l’e-commerce pari a 1.8 miliardi di euro. L’86% della popolazione prevede di fare acquisti, con una spesa media di 372 € a testa. Il Paese è in testa alle classifiche europee e alcuni commercianti arriveranno a decuplicare il proprio guadagno giornaliero.
L'impatto ambientale degli sconti
Il Black Friday rappresenta per i consumatori un impareggiabile terreno di caccia, ma l’impatto ambientale degli sconti non deve essere trascurato. Secondo il Dirty Delivery Report, da Money.co.Uk nel solo Regno Unito il Black Friday produrrà 386.243 tonnellate di CO2 equivalenti a 215.000 voli Londra-Sidney. Il dato è, purtroppo, facilmente applicabile anche a resto del mondo e Italia. Ogni prodotto deve, infatti, essere imballato, trasportato e consegnato, e molti effettuano ordini multipli. Un corriere medio vede, così, le fermate di un turno aumentare dalle 90-100 abituali, a 190 e ciò influenza congestione urbana ed emissioni. Le percentuali dei resi crescono, poi, notevolmente in tale periodo e questo alimenta il circolo vizioso.
Black Friday e sostenibilità
Il Black Friday è oggi una ricorrenza e mitigare l’impatto ambientale degli sconti risulta prioritario. Fare acquisti è, però, ormai del tutto immediato e ciò ha delle conseguenze sugli sprechi. La tecnologia è, per esempio, uno dei campi più gettonati del periodo. Nel solo 2019 sono state, però, prodotte 53.6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici con una media di 7.3 kg pro-capite. Acquistare con più coscienza e privilegiare l’usato sono, dunque, le uniche opzioni. Diverse aziende stanno, poi, puntando su strategie di bilancio delle emissioni o dando incentivi per modalità di consegna e prodotti eco-friendly. Ciò comporta spesso spese aggiuntive che non tutti i consumatori sono disposti a pagare.
Il Black Friday è un appuntamento fisso e molti lo aspettano con impazienza. Rinunciare agli acquisti non è un obbligo, ma riflettere sull’impatto ambientale degli sconti deve diventarlo. Il venerdì, con il Friday for Future, si è trasformato nel simbolo delle manifestazioni studentesche per il clima. Evitare che ora, come giornata di shopping, diventi invece “nero” anche per l’ambiente è un dovere di ciascuno.
