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Il biologico dice no alla plastica

Il biologico dice no alla plastica

Biologico e plastica sono un’accoppiata che non funziona più. I consumatori chiedono ai produttori delle soluzioni alternative per il packaging.

Mai più il marchio biologico sulle confezioni di plastica, questa la richiesta che sembra giungere a gran voce dalla platea di consumatori abituali. Si tratta di fatto di un controsenso, anche se la questione è più articolata di quanto possa sembrare.

Biologico e plastica, un rapporto difficile

Il biologico e la plastica sono due mondi distanti che si sono incontrati per ragioni di pura praticità. Per chiarire questo punto basta considerare il fatto che il primo ha tra i suoi valori fondanti il minor impatto ambientale possibile, mentre la seconda - specialmente nei derivati monouso - è una delle prime cause inquinanti al mondo. Tuttavia il biologico e la plastica non potevano che incontrarsi, considerando che quest’ultima funziona egregiamente sia ai fini della conservazione degli alimenti che ai fini della commercializzazione.

Prendendo, per esempio, in considerazione i contenitori «a conchiglia» - spesso contenenti frutta e insalata - si sono rivelati nel tempo ottimi per diverse ragioni: la loro resistenza, la loro efficienza in termini di occupazione dello spazio e la loro versatilità come mezzi fisici per fare comunicazione finalizzata alla vendita, ossia risultano degli spazi decorabili e riempibili con immagini e frasi ad effetto.

Questi ultimi funzionano tanto bene da aver consentito di lanciare interi mercati, come quello dei frutti di bosco, prima commercializzabili più faticosamente. C’è poco da dire, la plastica funziona bene, ma la clientela comincia a mal sopportarla e, alcuni stati, anche la legge. In Francia sarà imposta una sanzione sui prodotti venduti in contenitori di plastica non riciclata. Esistono tuttavia diverse soluzioni, la prima, appunto, la plastica riciclata, ma anche le fibre derivate dai vegetali. La questione sta giungendo ormai al nodo cruciale, ossia trovare un punto in comune tra le aziende fornitrici di packaging, i produttori, la grande distribuzione e, ovviamente, il consumatore. Ciò che risulta sempre più evidente è che, molto probabilmente, il futuro sarà, specialmente per il biologico, senza plastica!


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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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