Aridocoltura, come funziona la tecnica agricola che richiede poca acqua

Per aridocoltura si intende un insieme di tecniche agricole adatte alla lavorazione di terreni molto aridi o degradati. Ed è praticata anche in zone ove piogge e apporti idrici naturali scarseggiano. Per intenderci, è la stessa tecnica utilizzata da millenni per coltivare nel deserto. Non prevede irrigazione e, benché ormai poco praticata, offre preziose conoscenze per adattare terreni difficili a un’agricoltura responsabile e più sostenibile dal punto di vista idrico.

Come funziona l’aridocoltura
In aridocoltura si coltiva senza acqua o, meglio, senza bisogno di irrigazione. Si sfruttano solo le precipitazioni naturali, senza ricorrere a sistemi ausiliari.
L’attenzione è tutta rivolta allo sviluppo radicale della pianta che, nelle giuste condizioni, è naturalmente portata a cercare da sola l’acqua trattenuta nel suolo, sviluppando le radici in profondità. In un certo senso la pianta è resa autosufficiente dal punto di vista idrico e cresce più sana e resistente.
Come coltivare senza acqua
Sostanzialmente, l’aridocoltura stimola la pianta a trovare da se l’acqua necessaria al proprio mantenimento. Affinché ciò si renda possibile è necessario:
- Una giusta preparazione del suolo.
Il terreno deve essere ben arato e sempre soffice per favorire l’esplorazione dell’apparato radicale della pianta e consentire una buona capacità di infiltrazione dell’acqua piovana.
- Controllo delle piante infestanti.
Le erbacce di campo per crescere rubano nutrienti e acqua preziosa dal suolo, finendo per soffocare le colture piantate.
- Garantire una buona ritenzione idrica del terreno.
A seconda del tipo di suolo è necessario capire di cosa il nostro terreno ha bisogno. Affinché l’acqua venga trattenuta e non dispersa, in aridocoltura si ricorre alla pacciamatura o alla sarchiatura del terreno. Così si somministra e mantiene la sostanza organica e si riducono evaporazioni e perdite di umidità preziosa.
- Operare zappature superficiali frequenti.
Smuovendo costantemente la parte superficiale del suolo, il terreno rimarrà sempre fertile e areato, quindi morbido. In aridocultura si coltiva il suolo, non la pianta.
- Scegliere di piantare colture idonee all’aridocoltura e seguire i cicli stagionali.
Quali piante coltivare in aridocoltura?
Per ottenere il massimo risultato dall’aridocoltura, la scelta delle piante da mettere a dimora è fondamentale. In generale, vanno predilette le piante dette aridoresistenti e cioè quelle “geneticamente pronte” a sopportare la siccità, facendo però attenzione a rispettarne il ciclo colturale.
Tra i cereali sono particolarmente adatti grano duro, orzo, avena e segale, ma anche mais, sorgo e miglio. Tra le leguminose hanno avuto buoni risultati le coltivazioni di fava, lupino, ceci, piselli e lenticchie. Gli ortaggi più facili in aridocoltura sono la patata, l’aglio e la cipolla, ma è possibile anche sperimentare con la zucchina, con i carciofi e in generale con quegli ortaggi che presentano una radice a fittone.
Tra le specie arboree primeggiano viti e olivi, piante caratterizzate da un apparato radicale particolarmente sviluppato. Ma si prestano bene anche il fico comune, il fico d’India, il mandorlo, il carrubo, il pistacchio e il giuggiolo.
