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Grano duro: una nuova varietà resistente alla siccità

Grano duro: una nuova varietà resistente alla siccità

Una ricerca coordinata da ENEA ha individuato una varietà sperimentale di grano che resiste alla siccità si chiama Barnacla

L’agricoltura è senza dubbio il settore maggiormente colpito dalla crisi climatica. La siccità che ormai affligge anche il periodo invernale influisce in maniera significativa sulla resa dei raccolti. Una ricerca condotta da ENEA (l’ Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) però ha portato allo sviluppo di una nuova varietà di grano duro resistente alla siccità. Si chiama Barnacla ed è nata in Messico presso il CYMMIT, il Centro internazionale di miglioramento del mais e del grano.

grano resistente siccità
@envatoelements

Grano resistente alla siccità: la sfida dell’agricoltura

Mai come oggi l’attenzione dei ricercatori è indirizzata a individuare strategie in grado di garantire la sicurezza alimentare delle persone senza però pesare sull’ambiente. In questa direzione già da qualche anno si sono mossi ENEA e CYMMIT nel tentativo di individuare una varietà di grano duro più resistente alla siccità.

L’intuizione brillante arriva dalla mente della dottoressa Galeffi, ricercatrice presso il Laboratorio sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari dell’ENEA. Secondo la studiosa infatti doveva necessariamente esistere una correlazione tra il gene DRF1 che si attiva nella pianta in risposta alla mancanza di acqua, e lo sviluppo della pianta stessa in pieno campo.

Lo scopo quindi era trovare un collegamento tra i dati molecolari ottenuti dalla pianta e dati agronomici raccolti in campo.

L’esperimento condotto in Messico

Dopo aver eseguito diversi test di laboratorio, la sperimentazione si è spostata nel deserto del Messico. Qui si trova la sede del CYMMIT, fondata dall’agronomo premio Nobel per la pace del 1970 Norman Borlaug.

Gli esperimenti hanno coinvolto 6 genotipi di grano duro differenti, tre varietà commerciali italiane (Duilio, Creso e Colosseo) e tre genotipi sviluppati in laboratorio (Barnacla, AEL e Altar C84).

In due zone topograficamente distanti le 6 varietà sono state sottoposte a due diverse condizioni di irrigazione. La prima con 550-600 mm di acqua totale ricreava delle condizioni di coltivazione “normali”; la seconda, con 220-250 mm di acqua distribuita tramite un sistema a goccia, voleva ricreare una situazione di siccità. I trattamenti agronomici invece, ossia concimazione e applicazione di fungicidi e insetticidi, sono stati uguali in entrambe le situazioni.

Il risultato dello studio, pubblicato sulla rivista scientifica Genes, evidenzia come la varietà Creso abbia una resa tre volte inferiore in condizioni di siccità mentre per il genotipo sperimentale Barnacla il calo produttivo è inferiore al 50%.

Come sottolineato dalla stessa dottoressa Galfeffi, lo scopo era evidenziare la relazione tra il gene dello stress idrico e la resa in campo così da poter comprendere i meccanismi che regolano la resistenza alla siccità. Solo così è possibile impiantare nuove varietà più resistenti, in grado di far fronte alla carenza di acqua.


Beatrice Piselli
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Dopo una Laurea in Ingegneria mi sono allontanata dai numeri e avvicinata a nuove forme di espressione, come la fotografia e la scrittura. Il mio blog, Il Cucchiaio Verde, racchiude entrambe le passioni e ha come filo conduttore uno stile di vita vegetariano.
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