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L’aria di cattiva qualità potrebbe aumentare il rischio di demenza

L’aria di cattiva qualità potrebbe aumentare il rischio di demenza

Respirare aria di cattiva qualità non danneggia solo i polmoni ma anche il cervello facendo salire le probabilità di sviluppare la demenza.

Per chi respira aria di cattiva qualità sviluppare demenza è un pericolo più concreto. A porre l’accento sulla questione ci ha pensato un lavoro pubblicato in The Lancet Planetary Health, in cui sono stati analizzati una serie di studi sull’argomento. Sotto accusa ci sono soprattutto le PM 2.5 ma le sostanze nocive sono diverse. Alle autorità sono ora richiesti interventi concreti e la volontà è quella di approfondire la ricerca.

L’aria di cattiva qualità potrebbe aumentare il rischio di demenza
@envatoelements

Che malattie provoca l’aria di cattiva qualità? 

Respirare aria di cattiva qualità significa esporsi a una serie di rischi per la salute. Le particelle di diametro più piccolo, note come PM 2.5 o polveri sottili, emesse da veicoli e impianti industriali sono le più pericolose. Queste si infiltrano in profondità nel corpo umano e riescono a mettere in crisi polmoni, apparato cardiocircolatorio e cellule, mentre favoriscono l’instaurarsi di processi infiammatori generalizzati. 

A fianco di queste sostanze troviamo il biossido di azoto, la cui emissione è collegata all’utilizzo dei combustibili fossili. Tale inquinante è in grado di danneggiare polmoni e bronchi riducendo la funzionalità respiratoria. Fuliggine e residui di combustione completano l’opera danneggiando ancora i polmoni e il cuore. Molti studi hanno di recente insistito sul fatto che tutte queste particelle abbiano persino la capacità di mettere sotto pressione il cervello, favorendo lo sviluppo di patologie come depressione e demenza.

Cattiva qualità dell’aria e cervello 

I ricercatori hanno analizzato 51 studi contenenti dati su più di 29 milioni di persone per cercare correlazioni statisticamente significative tra esposizione ad aria di cattiva qualità e sviluppo di demenza. Ne è emerso che:

  • Per le PM 2.5 il rischio individuale relativo aumenta del 17% ogni 10 microgrammi di inquinanti per metro cubo di aria. Il valore medio di polveri sottili nel centro di Londra nel 2023 è stato 10 μg/m³. 
  • Per il biossido di azoto le probabilità si alzano del 3% ogni 10 μg/m³. Il valore medio londinese nel 2023 è stato di 33 μg/m³. • 
  • Con la fuliggine e i residui di combustione il rischio sale a +13% per 1 μg/m³. I livelli di tali inquinanti nelle metropoli del Regno Unito oscillavano nel 2023 dagli 0.93 μg/m³ di Londra agli 1.51 μg/m³ di Birmingham.

Aria di cattiva qualità: bisogna migliorare 

Fare in modo che meno persone nel mondo respirino aria di cattiva qualità dovrebbe risultare, a fronte del nuovo studio, ancora più importante. L’ipotesi è che il collegamento tra esposizione prolungata a inquinamento atmosferico e demenza sia da attribuire al continuo stress ossidativo a cui viene sottoposto il cervello per colpa dagli inquinanti ma le dinamiche risultano ancora da approfondire

La correlazione più preoccupante sembra riguardare per altro la demenza vascolare, causata da una riduzione del flusso sanguigno che raggiunge il cervello, piuttosto che il Morbo di Alzheimer. I dati non sono però ancora esaustivi. La ricerca, hanno specificato gli autori, si è poi concentrata su lavori incentrati per la maggior parte su soggetti bianchi residenti in Paesi a medio o alto reddito. È probabile quindi che la situazione nelle realtà svantaggiate sia ancora peggiore.

Circa il 99% della popolazione mondiale respira aria di cattiva qualità. Nel contempo 57.4 milioni di individui sono affetti da demenza e ci si attende che il numero triplichi entro il 2050. Arrestare il circolo vizioso appare priotario e Clare Rogowski, autrice leader dello studio, ha sottolineato che l’adozione di limiti più stringenti relativi all’inquinamento atmosferico è parte integrante del processo.

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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