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Le api sono “ubriache” a causa dei pesticidi di nuova generazione

Le api sono “ubriache” a causa dei pesticidi di nuova generazione

Uno studio ha mostrato che i pesticidi di nuova generazione influiscono sulle capacità di coordinazione delle api rendendole “ubriache” e vulnerabili.

Uno studio pubblicato in Frontiers in Insect Science ha ribadito che i pesticidi hanno sulla salute delle api un impatto devastante. L’allarme coinvolge soprattutto i composti chimici di nuova generazione che sembrano avere la capacità di influenzare il cervello degli impollinatori in modo tale da renderli praticamente ubriachi. La coordinazione viene così meno e i rischi per la loro sopravvivenza sono enormi.

api pesticidi
Foto: Waqued Walid @Pexels

Lo studio

A sottolineare ancora una volta quanto i pesticidi siano dannosi per le api ci ha pensato un team dell’Università di Oxford. I ricercatori si sono concentrati su neonicotinoidi e sulfoximine per indagare la loro azione sul cervello degli impollinatori in modo innovativo. L’obiettivo era capire come le sostanze chimiche influissero sulla loro coordinazione. Gli scienziati hanno dunque posizionato gli insetti davanti a due schermi. Questi mostravano due barre in movimento, per mettere alla prova la loro capacità di muoversi in linea retta. Ciò è avvenuto dopo giorni in cui alle api erano concesse illimitate quantità di soluzione a base di saccarosio che conteneva sostanze usate come insetticidi.

Api ubriache a causa dei pesticidi

Lo studio ha mostrato che l’effetto dei pesticidi di nuova generazione sulle api è simile a quello dell’alcol sugli umani. In teoria gli insetti avrebbero dovuto reagire allo spostamento delle barre sugli schermi con movimenti che permettessero di adeguare la propria traiettoria ai presunti spostamenti. Il gruppo di controllo è apparso in grado di farlo, ma le api esaminate si spostavano in una sola direzione o ignoravano gli stimoli. L’asimmetria nelle curve a destra e a sinistra era 2.4 volte maggiore nelle api esposte a pesticidi. Le analisi hanno, poi, rivelato che nelle parti del cervello connesse alla vista le cellule morte erano in proporzione molte. I composti chimici attivano, dunque, i neuroni degli impollinatori, in un processo non abbastanza veloce da prevenire la reazione di tossicità.

Conseguenze

Lo studio lancia un allarme serio sull’interazione di api e pesticidi. La risposta optomotoria è, infatti, fondamentale per questi insetti. Su di essa si basano tutte le azioni connesse a spostamenti e volo. Un problema nella dinamica potrebbe, allora, avere conseguenze devastanti sulla vita degli impollinatori, nonché su colture e vegetazione in generale. Rachel Parkinson, autrice principale, ha, infatti, spiegato che se le api non sono in grado di notare o di reagire agli stimoli in volo, la loro capacità di nutrirsi e impollinare viene messa in pericolo. Ora i ricercatori mirano a studiare delle api selvatiche in condizioni di normale esposizione, per valutare quanto effettivamente le sostanze tossiche le mettano in difficoltà.

In tutto il mondo gli insetti sono in declino. Oltre il 40% delle specie è a rischio estinzione e la situazione è anche più drammatica se si guarda agli impollinatori, da cui dipende una pianta su tre. Nel solo Regno Unito si calcola che ogni km2 di territorio abbia perso 11 specie di api tra 1980 e 2013, ma l’addio ai pesticidi appare ancora lontano.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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