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Anfibi: l'insolito veleno della cecilia anulata scoperto dagli scienziati

Anfibi: l'insolito veleno della cecilia anulata scoperto dagli scienziati

Uno studio potrebbe aver scoperto che la cecilia anulata produca della saliva dotata di veleno che usa per catturare le prede di cui si nutre.

Quando si pensa agli animali con il morso velenoso vengono in mente principalmente serpenti e ragni. Tuttavia, anche alcuni anfibi potrebbero avere la saliva velenosa. E' questo il caso della cecilia anulata, un anfibio dalle sembianze di un verme poco conosciuto per via della sua abitudine di scavare e vivere sotto terra.

Cecilia anulata veleno
@envatoelements

Ghiandole dalle diverse funzioni

Nel 2020 è stato condotto uno studio su diversi esemplari di cecilia anulata. I ricercatori hanno notato che alla base dei denti di questo anfibio erano presenti delle ghiandole in grado di secernere degli enzimi che rendevano la saliva velenosa. In passato, gli scienziati avevano già notato la presenza di denti e ghiandole simili nella cecilia, ma le avevano scambiate per ghiandole mucose e non avevano avuto modo di verificarne la tossicità. Le tre file di denti di cui sono dotati questi animali servono per catturare le prede, tra cui i lombrichi.

La cecilia è dotata di diverse ghiandole sul corpo che l'aiutano a vivere sottoterra. Ad esempio, le ghiandole presenti sulla testa secernono una sostanza lubrificante che rende più agile lo spostamento sul suolo. Inoltre, altre ghiandole sono presenti sulla coda. Queste ultime producono veleno ma con lo scopo di deterrente verso altri predatori.

Il veleno nella saliva della cecilia anulata

I risultati ottenuti dallo studio portano a pensare che il veleno contenuto nella saliva della cecilia anulata serva per neutralizzare i grossi lombrichi di cui si nutre. Un'altra funzione è legata al processo di digestione: gli enzimi aiutano a digerire la preda, proprio come accade per altri animali dotati di un morso velenoso.

I ricercatori hanno ipotizzato la tossicità della saliva della cecilia analizzando diversi esemplari. Nello specifico, hanno analizzato dei campioni di saliva di esemplari adulti di cecilia anulata. In questo caso, hanno determinato quali sostanze chimiche fossero presenti, tra cui un gruppo di enzimi chiamato fosfolipasi A2 (presente in altri animali velenosi).

Una novità nel mondo animale

La presenza di sostanze velenose negli animali non è una novità, tanto meno lo è per gli anfibi. Infatti, sono conosciute diverse specie di rane la cui pelle è ricoperta da un muco tossico. La stessa cecilia, come visto in precedenza, è provvista di ghiandole che secernono sostanze velenose. La vera novità è quella che un anfibio potrebbe essere dotato di un morso velenoso utilizzato in maniera attiva per catturare delle prede.

Questa scoperta potrebbe essere una prova del fatto che il veleno si sia evoluto in maniera indipendente sia negli anfibi che nei rettili. Altri animali velenosi, oltre a diverse specie di serpenti e ragni, sono i varani di Komodo. Anche tra i mammiferi ci sono dei casi in cui la saliva risulta velenosa, come nel toporagno, il lori lento ed alcuni pipistrelli.

Risultati promettenti

Gli scienziati usano il condizionale perché sono necessari ulteriori studi per confermare la tossicità della saliva della cecilia anulata. Le ricerche procedono a rilento perché questo animale è difficile da trovare in natura, date le sue abitudini fossorie (cioè di scavare e vivere sottoterra). Tuttavia, i primi risultati sembrano promettenti ed hanno scatenato l'entusiasmo della comunità scientifica.


Emmanuele Occhipinti
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Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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