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Alghe azzurre, il nuovo ingrediente di base per alimenti plant based?

Alghe azzurre, il nuovo ingrediente di base per alimenti plant based?

Le alghe azzurre potrebbero essere il nuovo ingrediente di base per gli alimenti plant based che puntano a imitare la consistenza della carne.

Nei prodotti di origine vegetale che cercano di sostituire la carne il principale problema è replicare sapore e consistenza. A questo fine i prodotti plant based fanno affidamento su alcune proteine vegetali partendo principalmente da soia e ceci che subiscono un lungo processo di lavorazione per ottenere le qualità necessarie a imitare la carne. Alcuni ricercatori del Dipartimento di Scienze Alimentari dell’Università di Copenaghen hanno recentemente individuato nelle alghe azzurre, note anche come cianobatteri, un potenziale sostituto alle fonti vegetali più tradizionali negli alimenti plant based. Il vantaggio? Secondo i ricercatori meno lavorazione e più sostenibilità.

Alghe azzurre, il nuovo ingrediente di base per alimenti plant based
@envatoelements

Altro che soia, nuovi prodotti plant based a base di alghe

Da tempo i ricercatori in tutto il mondo si stanno concentrando sull’enorme versatilità dei cianobatteri come potenziale fonte alimentare alternativa. Come altre piante infatti non solo queste alghe azzurre crescono attraverso un processo di fotosintesi, ma contengono grandi quantità di proteine ​​e acidi grassi sani. 

In un nuovo studio i ricercatori dell'Università di Copenaghen sono riusciti, attraverso la manipolazione genetica, a far produrre alle alghe azzurre una particolare proteina che non producono naturalmente e dalla peculiare consistenza fibrosa simile alla consistenza delle fibre della carne. Questo tipo di proteina potrebbe funzionare come punto di partenza per una nuova generazione di alimenti plant based a base di alghe. 

Alghe plant based a bassa lavorazione

Le alghe azzurre crescono naturalmente in ambienti d'acqua dolce e possono essere coltivate in bioreattori, in modo simile a quanto avviene già per la carne coltivata. Con un processo simile alla fotosintesi i cianobatteri possono crescere utilizzando solo acqua, anidride carbonica e luce solare. A differenza del processo di produzione di altre fonti proteiche di origine vegetale come soia e ceci destinate a fare da base agli alimenti plant based, questo metodo per le alghe richiede una lavorazione minima.

«Se potessimo utilizzare l'intero cianobatterio nei prodotti alimentari, e non solo le fibre proteiche, ridurremo al minimo la quantità di lavorazione necessaria – spiega in una nota dell’Università di Copenaghen il professor Poul Erik Jensen che ha condotto la ricerca – Nella ricerca alimentare, cerchiamo di evitare una lavorazione eccessiva poiché compromette il valore nutrizionale di un ingrediente e utilizza anche un'enorme quantità di energia». 

Si tratterebbe ora di «Perfezionare questi organismi per produrre più fibre proteiche – spiega ancora Jensen – In linea di principio, potremmo produrre cianobatteri e altre alghe ottenendo filamenti proteici con una lavorazione minima, con la possibilità di incorporarli direttamente in un alimento plant based».


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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