Vinitaly, natura e tradizione sono protagonisti

Anche quest’anno al Vinitaly non mancano le curiosità e, quando si parla di vino, non si può non imbattersi in natura e tradizione. In accordo con i recenti trend di mercato, queste sono le voci che emergono dal coro, ma c’è spazio anche per il futuro e l’alta tecnologia.
Il gusto della riscoperta
Nel settore vitivinicolo il futuro profuma di passato. Questo è quello che emerge dall’edizione di quest’anno del Vinitaly a Verona. La natura sempre più protagonista insieme a tecniche di lavorazione andate - quasi - perdute. Non è una novità d’altronde che servano anche un po’ di fascino e poesia per produrre del buon vino, e quale miglior modo del rallentare e guardarsi indietro per trovarli? L’edizione di quest’anno mette in evidenza non poche singolarità. Tra queste troviamo un’azienda umbra che si avvale del contributo di ben 400 oche per concimare i suoi vigneti; di una realtà ligure in cui si riscopre tutta la magia della pigiatura tradizionale con i piedi.
Non mancano poi le curiosità relative ai vitigni, come un vino muffato sardo, nello specifico un Malvasia prodotto con uve ricoperte dalla muffa nobile Bosa Botrytis Cinerea; o, in campagna, vini prodotti con antichi vitigni coltivati sulle ceneri di Pompei. Non manca, tuttavia, un focus sul futuro con esempi applicativi della tecnologia blockchain a servizio della tracciabilità del vino. Un universo variegato che trascende i confini di spazio e tempo, in cui il nostro paese gioca sempre un ruolo centrale da protagonista, tra avanguardia e valorizzazione di una lunga tradizione radicata nel territorio.
