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Trattato globale contro la plastica, potrebbe essere l’unica soluzione

Trattato globale contro la plastica, potrebbe essere l’unica soluzione

L’inquinamento da plastica soffoca la Terra e un trattato globale contro di esso potrebbe costituire l’unica concreta possibilità di azione.

Il nostro pianeta è sommerso dalla plastica e per agire contro la problematica stipulare un trattato globale potrebbe rappresentare la miglior arma per l’umanità. L’obiettivo dovrebbe essere, secondo gli esperti, puntare tanto a limitare la produzione di rifiuti, quanto a migliorare i sistemi di riciclo ma la chiave risiede soprattutto nello stabilire norme vincolanti. Le controversie rimangono importanti, mentre il tempo per limitare i danni scarseggia.

Trattato globale contro la plastica, potrebbe essere l’unica soluzione
@envatoelements

Trattato globale contro la plastica: cos’è? 

La messa a punto di un trattato globale contro l’inquinamento da plastica è avvertita come necessità dalle Nazioni Unite fin dal 2022. Il documento dovrebbe rappresentare, nell’ambito della lotta ai rifiuti, un analogo di quello che è stato il Paris Agreement siglato nel 2016 per la battaglia contro la crisi climatica. La volontà è quella di arrivare alla stesura di un accordo giuridicamente vincolante, che obblighi i singoli Paesi a intervenire su diversi ambiti connessi alla problematica plastica. 

Gli obiettivi principali del trattato globale, che durante i negoziati vengono più o meno calibrati, sono:

  • Considerazione dell’intero ciclo di vita della plastica, con particolare focus sulla produzione e sullo smaltimento.
  • Riduzione dell’inquinamento a essa connesso, per il bene di ecosistemi e salute umana.
  • Promozione di pratiche sostenibili.

Perché è necessario un trattato contro la plastica? 

Avere a disposizione un trattato globale contro la plastica appare oggi sempre più necessario. Ogni anno nel mondo vengono prodotte circa 460 milioni di tonnellate di plastica. Si tratta di un valore superiore al peso dell’intera popolazione terrestre. La situazione è, per altro, in costante peggioramento

La mole di polimeri generata è raddoppiata tra il 2016 e il 2019 e ci si attende che entro il 2040 tocchi quota 736 milioni di tonnellate. Lo smaltimento aggiunge ulteriori problemi. Solo il 9% della plastica prodotta tra il secondo dopoguerra e oggi è stata riciclata. Il 50% di essa è finito in discarica, mentre il 12% è stato dispersa nell’ambiente. Entro il 2060 potrebbe esserci più plastica che pesce negli oceani.

Un trattato contro la plastica potrebbe risolvere il problema? 

La plastica è una piaga contro cui tutto il mondo si trova a combattere e un trattato globale potrebbe fare la differenza. Oggi, infatti, esiste una netta asimmetria tra responsabilità e conseguenze. La grande produzione di plastica è, cioè, imputabile ad alcuni specifici Paesi ma a fare le spese dell’inquinamento sono le realtà più svantaggiate, con in testa i piccoli Stati insulari. 

Un accordo vincolante potrebbe obbligare le nazioni più ricche ad impegni finanziari coerenti e a stabilire una timeline ben precisa per il raggiungimento degli obiettivi. Gli incentivi e le norme su base volontaria si sono già rivelate inadeguate. Trovare un punto d’incontro appare, tuttavia, ancora complesso, dato che punti come definizione di “prodotto di plastica” o individuazione dell’ambito su cui intervenire restano terreno di conflitto.

Perché possa essere raggiunto un accordo su un eventuale trattato globale contro la plastica saranno necessari ulteriori negoziati. Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato che “Il nostro mondo sta annegando nell’inquinamento da plastica”. Siamo, per altro, appena all’inizio dello studio degli effetti degli inquinanti sul corpo e fare in modo che gli esseri umani non respirino più 250 grammi di microparticelle dannose all’anno appare prioritario.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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