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Sfamare il mondo è questione di uguaglianza di genere

Sfamare il mondo è questione di uguaglianza di genere

Oggi è la giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, un’occasione perfetta per parlare di come queste siano legate a doppio filo con tematiche legate alla fame nel mondo.

Enti come la FAO non hanno molti dubbi in merito: le donne sono la spina dorsale dello sviluppo nei paesi rurali. In alcuni paesi da sole corrispondono al 43% della manodopera impiegata nel mondo agricolo, toccando il 70% in alcuni paesi. In Africa addirittura l’80% della produzione arriva da piccoli agricoltori, che nella maggior parte dei casi sono appunto donne di estrazione rurale. Tutto questo senza che ci sia una vera e sostanziale uguaglianza di genere, senza che venga nemmeno sollevato il problema di uno sfruttamento che spesso e volentieri inizia fin da giovani.

C’è bisogno di lavorare assieme

«Quando s’investe in un uomo - ha detto il Presidente dell'IFAD Kanayo F. Nwanze - s’investe in un individuo. Quando s’investe in una donna, s’investe in una comunità». Il sunto della questione non potrebbe essere meglio espresso dal rappresentante dell’Internation Found for Agricolture Development. Ci sono tutta una serie di variabili che legano l’uomo ad una visione parziale del mondo, poco lungimirante, ma se mettere fine alle disuguaglianze di genere volesse dire scommettere una volta per tutte sul futuro?

Nwanze ha anche aggiunto: «Vediamo di volta in volta che la parità di genere apre le porte a intere comunità al rafforzamento della loro sicurezza alimentare e nutrizionale e a un miglioramento del loro stato sociale ed economico. L’emancipazione delle donne rurali rappresenta infatti un’emancipazione dell’intera umanità».

Quel doppio filo tra donne e fame

Vedere il problema da un paese occidentale come il nostro può sembrare, almeno superficialmente, lontanissimo. Abbiamo la percezione spesso errata che ormai i problemi di uguaglianza siano risolti, ma se non è vero qui, dove ancora rimangono differenze più o meno evidenti, lo è ancora meno in altri paesi meno sviluppati. Così si assiste ad un divario che ha delle conseguenza dirette perfino sulla sicurezza alimentare di intere nazioni.

I numeri che vi abbiamo riportato all'inizio dell'articolo ne sono una dimostrazione abbastanza lampante: «Sappiamo che i rendimenti agricoli aumenterebbero di quasi un terzo se le donne avessero lo stesso accesso alle risorse degli uomini. - racconta Neven Mimica, Commissario dell'Unione Europea per la cooperazione e lo sviluppo internazionale - Di conseguenza, ci sarebbero fino a 150 milioni in meno di affamati nel mondo. E sappiamo che i bambini hanno significativamente migliori prospettive per il futuro, quando le loro madri sono sane, in buone condizioni economiche e istruite. Soprattutto durante i primi 3 anni di vita».

Fonti: fao.org - wfo-oma.org - ifad.org - europa.eu - wheat.org


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Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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