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Quanta strada fa una bottiglia di plastica in mare? Quasi 3mila chilometri

Quanta strada fa una bottiglia di plastica in mare? Quasi 3mila chilometri

Un gruppo di ricercatori ha seguito gli spostamenti di 25 bottiglie rilasciate nel Gange e nel Golfo del Bengala grazie a GPS e tag satellitari

L’idea di inviare un messaggio dall’altra parte del mondo lanciando una bottiglia in mare è romantica. Lo è un po’ meno se si pensa all’inquinamento. Le distanze che percorrono tra onde e correnti le bottiglie di plastica sono lunghissime, ma fino a oggi non si sapeva quanto. Ora un gruppo di ricercatori lo ha scoperto. Tracciando il tragitto di una serie di bottiglie immesse in uno dei fiumi più inquinati del mondo hanno appurato che un contenitore del genere può allontanarsi di quasi 3mila chilometri in tre mesi dal punto di abbandono.

Bottiglia plastica mare

Ispirazione dalle tartarughe

Per il sistema di tracciamento delle bottiglie l’ispirazione è arrivata dall’osservazione delle tartarughe. I ricercatori dell’Università dell’Exeter (Inghilterra) e dalla Società Zoologica di Londra hanno utilizzato la stessa tecnologia sfruttata per monitorare i percorsi degli animali acquatici: leggeri GPS e tag satellitari inseriti in una custodia di protezione, a sua volta messa all’interno delle bottiglie. “Il tracciamento satellitare delle tartarughe ci ha aiutato a rispondere a molte domande – ha detto Emily Duncan, coordinatrice dello studio pubblicato su PLOS ONE -. L’inquinamento da plastica è un caso molto simile. Abbiamo bisogno di capire come e verso quali posti si muove”.

Comprendere i movimenti per anticiparli e risolvere il problema alla radice. Cioè il più vicino possibile al suo punto di partenza. Questo era l’obiettivo della ricerca che si è focalizzata sulle classiche bottiglie dell’acqua e delle bibite. A causa del peso della tecnologia, non è stato possibile replicare il galleggiamento dei contenitori vuoti, ma è stato studiato il comportamento delle bottiglie mezze piene. I punti di partenza dell’esperimento sono stati il Gange, fiume sacro dell’India e uno dei più inquinati al mondo, e il Golfo del Bengala. Il team ha disperso in queste due aree 25 bottiglie da mezzo litro e ha iniziato a seguirne i percorsi.

I risultati della ricerca

I risultati registrati sono interessanti. Alcune bottiglie si muovevano a fasi durante il loro tragitto verso valle. Altre sono rimaste intrappolate nelle reti da pesca oppure raccolte da qualcuno intento a ripulire l’ambiente. Altre ancora sono andate ad arenarsi su una spiaggia. Ma il dato più interessante è arrivato da un contenitore che, gettato nel Golfo del Bengala, ha percorso 2.845 chilometri in solo 94 giorni, spostandosi lungo la costa ovest dell’India (il Golfo è est rispetto al Paese). È come se avesse coperto una distanza pari a circa due volte e mezza la lunghezza dell’Italia, da Nord e Sud. Delle bottiglie disperse nel Gange, invece, il viaggio più lungo ha superato gli 800 chilometri.

Cosa può insegnare la ricerca

Non era certo un mistero, soprattutto per gli ambientalisti, che la plastica percorresse chilometri su chilometri. Lo studio inglese, però, fornisce novità rilevanti soprattutto sulla rapidità con la quale si muovono i rifiuti. Informazioni che potrebbero ora aiutare a elaborare modelli più precisi sul fenomeno grazie alla loro combinazione con i dati dei venti e delle correnti marine. E questi nuovi schemi potrebbero aiutare a contrastare un inquinamento sempre più esteso. Solo nel 2019 i volontari dell’iniziativa International Coastal Cleanup hanno raccolto oltre 1,8 milioni di bottiglie di plastica da spiagge e rive dei fiumi. Negli ultimi dieci appuntamenti di pulizia sono sempre entrate nella top five dei rifiuti raccolti.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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