Quali alimenti contengono farina di insetti?

In futuro trovare alimenti contenenti farina di insetti diventerà tutt’altro che una rarità. A sancirlo ci hanno pensato le nuove norme approvate dall’UE che autorizzano la commercializzazione di determinati prodotti. Il provvedimento mira a promuovere la sostenibilità e presto potremmo vedere diversi articoli che conosciamo cambiare veste. In realtà, per altro, oggi mangiamo già cibi che contengono tracce dei piccoli animaletti, ma spesso lo facciamo senza saperlo.

Gli insetti cibo del futuro
A riaccendere il dibattito sugli alimenti a base di farina di insetti ci hanno pensato le nuove politiche alimentari dell’UE. A inizio 2023 gli organi competenti hanno, infatti, autorizzato la commercializzazione della polvere di Acheta Domesticusa, o farina di grillo. Precedentemente il via libera era stato dato ai prodotti a base di tarme della farina essiccate e locuste migratorie. I novel food restano un argomento controverso, ma essi rappresentano una risorsa tanto dal punto di vista alimentare, quanto da quello ambientale. Gli insetti sono allevabili in spazi ristretti, ma risultano un concentrato di proteine. L’impronta di carbonio connessa alla filiera è, poi, pari all’1% di quella attribuibile al bestiame.
Nuovi alimenti a base di farina di insetti
Presto vedere prodotti a base di farina di insetti potrebbe diventare la norma. È importante sottolineare che, almeno per ora, i nuovi prodotti rimarranno una potenziale alternativa a quelli tradizionali e non si propongono di sostituirli. In futuro la farina di grillo potrà, allora, essere utilizzata per la realizzazione di pasta secca farcita e non, biscotti, preparati secchi per i prodotti da forno e pizza. Gli insetti diventeranno, poi, parte di grissini, cracker, barrette ai cereali, vari tipi di pane e snack simili alle patatine. Prodotti a base di cioccolato o di leguminose e altre verdure, minestre pronte, siero per latte in polvere, sostituitivi della carne e vari tipi di bevande, fra cui la birra, non sono esclusi dall’imminente rivoluzione. La presenza degli insetti dovrà essere segnalata in etichetta.
Mangiamo già insetti senza saperlo?
Il pensiero che in futuro assaggeremo alimenti a base di farina di insetti fa storcere il naso a molti, ma la realtà è che i piccoli animaletti fanno già parte della nostra dieta. Secondo le stime ciascuno di noi ne consuma in modo inconsapevole circa 500 g all’anno, poiché si tratta di contaminanti ammessi in una certa proporzione dalla legge. In commercio esistono, poi, diversi prodotti in cui essi vengono utilizzati come coloranti.
Quando in etichetta vediamo riportata la dicitura “E120” siamo di fronte alla presenza di acido carminico, ottenuto dalla polvere di cocciniglia. Questa conferisce a cibi e bevande una vivace tonalità rubino ed è quindi utilizzata in yogurt alla fragola, bevande ai frutti rossi, succhi, aperitivi rosso-rosati e persino caramelle gommose.
Gli alimenti a base di farina di insetti sono pronti a conquistare i mercati. La sicurezza dei prodotti è garantita, ma cautela resta consigliata ai soggetti allergici a molluschi, crostacei e acari della polvere. La FAO mostra che l’entomofagia è una pratica comune per circa 2 miliardi di persone nel mondo e il 54% degli italiani che si mostra contrario ai cambiamenti sembra destinato a rimanere deluso.
