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Qual è l’impatto ambientale dei dischi in vinile?

Qual è l’impatto ambientale dei dischi in vinile?

La musica può essere un rischio per l’ambiente e lo dimostra l’impatto ambientale dei dischi in vinile, spesso non considerato nemmeno dagli appassionati.

Sono alcuni anni che si sente sempre più spesso parlare del ritorno del vinile e le nuove uscite discografiche incise anche su questi supporti old style ne sono una dimostrazione. Quello che però non tutti sanno è che l’impatto ambientale dei dischi in vinile è davvero devastante e riguarda tutti i processi della produzione. A spiegarlo in modo esaustivo è Kyle Devine, autore del libro Decomposed e docente di musicologia dell’Università di Oslo.

Dischi in vinile e inquinamento: un binomio che stona

Considerata un’arte immateriale, la musica, per essere ascoltata, negli anni è stata incisa su diversi tipi di supporti: dischi in vinile, musicassette, cd e poi di nuovo vinili e dispositivi digitali. Al centro del suo libro-denuncia, Devine pone una spiegazione molto dettagliata sull’impatto ambientale dei dischi in vinile ha sull’ambiente. L’intento è quella di portare la problematica a conoscenza di tutti perché sono davvero in pochi quelli che ne sono informati. Innanzitutto la produzione dei dischi in vinile è rimasta inalterata a partire dalle origini: le macchine oggi utilizzate per consacrare questo fantomatico «ritorno al vinile» sono quindi vecchie di decenni. Anche il metodo produttivo è rimasto invariato e purtroppo non è per nulla ecologico né sostenibile. I dischi in vinile si ottengono dal PVC, il più classico dei polimeri plastici ottenuti dal petrolio, che arriva sotto forma di piccole lenticchie nere nelle fabbriche. Qui viene sciolto insieme ad altri additivi e gli si dà la forma di un dischetto da hockey. Durante il passaggio successivo vengono pressati, conferendogli la caratteristica forma, e poi incisi.

Se fin qui sembra essere un normale processo di lavorazione della plastica, scavando a fondo si scopre che più della metà di questo PVC viene prodotto da una società thailandese la cui industria principale ha sede lungo il corso del fiume Chao Phray ed è qui che ogni anno vengono scaricate le acque reflue contenenti sostanze cancerogene. La situazione non è certo migliore negli Stati Uniti dove la Keysor-Century Corporation, leader nella produzione di supporti in vinile fin dalle origini, è stata più volte multata per aver sottoposto i suoi lavoratori ad esalazioni tossiche, per aver rilasciato nell’aria sostanze nocive e per aver scaricato in modo illegale acque reflue. La soluzione a questa problematica che vede coinvolto l’ambiente c’è, ma sembra non piacere agli amanti della musica. Per ovviare infatti all’impatto ambientale dei dischi in vinile sono nati dei corrispettivi più sostenibili, noti come green vinyl, la cui qualità del suono sembra non essere però soddisfacente. Devine però aggiunge: «se questi sono il suono e la sensazione di qualcosa che è fatto con un materiale meno dannoso del PVC, allora queste caratteristiche non sono imperfezioni ma bellezze» e chi siamo noi per affermare il contrario?


Beatrice Piselli
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Dopo una Laurea in Ingegneria mi sono allontanata dai numeri e avvicinata a nuove forme di espressione, come la fotografia e la scrittura. Il mio blog, Il Cucchiaio Verde, racchiude entrambe le passioni e ha come filo conduttore uno stile di vita vegetariano.
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