Qual è il packaging con la minor impronta ecologica?

La tipologia del packaging fa la differenza nella scelta dei prodotti alimentari da pare degli italiani. Infatti, i consumatori sono sempre più orientati a scegliere un prodotto che ha un'impronta ecologica sostenibile. Tuttavia, non sempre è facile individuare il materiale più sostenibile, soprattutto quando si parla di vetro, carta e alluminio.

L'impronta ecologica del packaging
Ogni azione che compiamo ed ogni prodotto che realizziamo (compreso il packaging) ha un’impronta ecologica. Questo termine indica l'impatto ambientale che ha un determinato materiale, nel senso che valuta le risorse naturali richieste per produrlo e smaltirlo. Le aziende possono calcolare l'impronta ecologica dei propri processi produttivi con l'analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA).
Per quanto riguarda l'impronta ecologica del packaging si tiene conto dell'utilizzo delle materie prime, se queste sono rinnovabili, non rinnovabili o riciclate. Un altro termine di analisi sulla sostenibilità dell'imballaggio è legato alla modalità di spedizione, conservazione e distribuzione fino al consumatore finale. Infine, viene valutato l'impatto dello smaltimento.
Differenze tra carta, vetro e alluminio
Scegliere il packaging con la minor impronta ecologica non è facile. Gli imballaggi tradizionali più usati sono carta, vetro e alluminio. Ciascuno di essi presenta delle differenze che li rendono preferibili per alcuni prodotti rispetto ad altri. Per esempio, gli imballaggi di carta sono leggeri e riducono l'impatto generato dal trasporto. Inoltre, possono essere ricavati da foreste sostenibili, oltre al fatto che è un materiale riciclabile e compostabile. La pecca è quella che serve un elevato quantitativo di acqua.
Il vetro può essere processato praticamente all'infinito senza che se ne comprometta la funzione (ha un tasso di riciclo pari all’80%). Ma anche il packaging in vetro ha delle note negative: serve molta energia per produrlo e l'estrazione della sabbia, del carbonato di sodio e della calce sono molto impattanti. Anche l’alluminio è riciclabile, ma ha bisogno di alte temperature per essere prodotto e trasformato.
Gli imballaggi ecologici più usati
I progressi scientifici e tecnologici degli ultimi decenni hanno permesso di trovare diversi materiali per la realizzazione di un packaging con una bassa impronta ecologica. Alcuni di questi materiali sono più usati di altri. Ad esempio, il mater-bi è ottenuto dall'amido di mais ed altre sostante vegetali ed è apprezzato come sostituto della plastica monouso.
Un'altra alternativa è la polpa di cellulosa. Quest'ultima è realizzata con gli scarti della lavorazione del bambù e della canna da zucchero. Ha il vantaggio di essere compostabile, biodegradabile e, grazie all’implementazione con il mater-bi, può essere anche impermeabile e resistente al calore.
Una scelta a favore dell’ambiente
I materiali utilizzati per realizzare un packaging dalla bassa impronta ecologica hanno delle caratteristiche specifiche. Infatti, sono biodegradabili, riciclabili o riutilizzabile e non sono tossici per l'ambiente. L'impiego di questi materiali è più costoso rispetto all'utilizzo di quelli tradizionali. Tuttavia, preferire un packaging con una bassa impronta ecologica ha effetti positivi a lungo termine sul benessere del nostro pianeta.
