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Prati selvatici: la nuova tendenza britannica pro-ambiente

Prati selvatici: la nuova tendenza britannica pro-ambiente

Sempre di più, in questi mesi, i perfetti giardini inglesi vengono sostituiti da prati selvatici. A beneficiarne sono sia l’ambiente che le persone.

In tempi recenti in Gran Bretagna si è verificata un’inversione di tendenza nella concezione del giardinaggio. L’erba accuratamente pareggiata lascia spesso il posto ai prati selvatici con i loro fiori colorati a riempirli. Questo porta benefici sia per l’ambiente che per l’uomo e trova l’appoggio di molte eminenti strutture, fra cui il Trinity College. Non bisogna, però, credere che a questi prati non serva gestione.

Prati selvatici

Inversione di tendenza:

Quest’estate diverse strutture, sia pubbliche che private, in Gran Bretagna, hanno deciso di trasformare parte dei loro giardini in prati selvatici. Per primo ci ha pensato il King’s College di Cambridge. Negli scorsi giorni poi il Trinity College a Dublino ha fatto lo stesso. Il provvedimento, sottoposto al corpo studentesco e allo staff, ha visto il 90% dei votanti favorevoli al “Rewilding”. Tutto ciò avviene dopo anni in cui il possesso di un giardino curato era considerato simbolo di benessere. Per il giardinaggio gli americani, ad esempio, spendevano 36 miliardi di dollari all’anno e consumavano miliardi di litri di acqua.

Benefici dei prati selvatici:

I prati selvatici favoriscono la vita e l’ambiente molto più di quelli perfettamente curati e artificialmente ottenuti. Per alimentarli non è necessario utilizzare fertilizzanti chimici o pesticidi. Questo significa non disperdere nell’ambiente sostanze nocive. A beneficarne maggiormente è poi la fauna. L’abbondanza di fiori autoctoni e di erba spontanea fa in modo che si moltiplichino gli insetti di qualsiasi tipo. Le api possono svolgere il loro lavoro di impollinazione al meglio e portano in genere all’ampliamento spontaneo di questi spazi. La biodiversità viene protetta e da un giardino monocoltura può sorgere una grande varietà naturale.

Gestione dei prati selvatici:

Non bisogna cadere nell’errore di credere che trasformare il proprio giardino in un prato selvatico equivalga a una resa. Questi terreni richiedono una manutenzione diversa, ma senza gestione, finirebbero per degenerare. In breve diventerebbero un miscuglio di rovi, ortiche e ben poche specie di spoglie piante. Adrian Thomas, un esperto della Royal Society for the Protection of Birds, afferma, poi, che si può ottenere un prato selvatico in modo pulito e ordinato. Si può iniziare, per esempio, convertendo solo una piccola area per poi ampliarla man mano. Uno dei consigli pratici è quello di seminare in autunno una pianta comunemente chiamata cresta di gallo minore. Questa modera la crescita incontrollata dell’erba e favorisce lo sviluppo di altri fiori e piante.

Nessuno nega che giardini come quelli di Buckingham Palace o di Versailles siano estremamente piacevoli ma non sono l’unico canone di bellezza. I prati selvatici ci offrono la possibilità di agire in favore dell’ambiente in modo piacevole. Le nostre città sarebbero ricolorate dai diversi tipi di fiori. Questo non potrebbe essere che un toccasana per il nostro senso estetico e per il nostro morale.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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