Pizza marinara, storia e origini

La pizza marinara è una delle più amate della tradizione italiana e vanta una lunga storia. Le sue origini sono da ricercare, come suggerisce il nome, nel mondo del mare e nella cultura popolare. Gli ingredienti appaiono, in teoria, pochi e semplici, ma oggi non mancano le varianti della pietanza più complesse e lussuose.

Storia della pizza marinara: dove nasce?
La storia della pizza marinara parte, come spesso accade per le pietanze di questo tipo, direttamente da Napoli. Siamo all’inizio del 1700 quando, secondo la tradizione popolare, un pizzaiolo del porto della città decide di arricchire uno dei pasti tipicamente offerti ai pescatori di rientro con pochi semplici ingredienti. Olio, aglio e origano diventano, così assoluti protagonisti, seguiti a ruota dal pomodoro, prima in versione fresca, poi trasformato in salsa.
Al di là del flavour derivante dalla fola appare evidente che la pizza marinara sia nata per soddisfare tanto le esigenze di gusto, quanto quelle relative a reperibilità, bassi costi e lunga conservabilità dei prodotti utilizzati.
Storia della pizza marinara: perché si chiama così se non contiene pesce?
Il nome della pizza marinara è più collegato alla storia che alla composizione della pietanza. Essa è nata, infatti, in risposta alle esigenze dei “marinai” ed è rimasta nella tradizione di pescatori e uomini di mare per molto tempo. Gli ingredienti con cui essa veniva realizzata, oltre a essere economici, potevano essere trasportati facilmente a bordo delle navi, senza perdere le proprie qualità.
L’aglio permetteva anche di dare sapore a un alimento condito in modo tanto semplice e povero. La pizza marinara risultava, per altro, leggera e piuttosto digeribile. In alcune occasioni, quando il pescato del giorno era particolarmente abbondante, l’alimento veniva arricchito con acciughe o “cicinielli”, pesciolini di scarto utilizzati per la frittura di paranza.
Pizza marinara nella storia: cosa contiene?
La pizza marinara si è trasformata profondamente nel corso della storia ma gli ingredienti originali rimangono insindacabili. L’impasto dovrebbe, infatti, essere condito con salsa di pomodoro, aglio, olio e origano. Ogni prodotto può nel quadro fare la differenza. Il pomodoro dovrebbe rimanere liquido al punto giusto. Per quanto riguarda l’aglio, poi, appare opportuno optare per le qualità più digeribili e dall’aroma più delicato. Alcuni scelgono di tagliarlo a fettine sottili sulla pizza, come da ricetta originale.
Altri, invece, lo schiacciano leggermente per permettergli di rilasciare in cottura tutto il sapore che lo contraddistingue. Il basilico appare, infine, l’aggiunta più popolare, ma non mancano varianti della pizza marinara che prevedono l’utilizzo di capperi, olive o acciughe. Nei menu esteri l’apparizione di frutti di mare, salmone affumicato o persino tonno in scatola nella lista delle componenti del piatto è quasi altrettanto diffusa.
La pizza marinara fa ormai parte della storia del nostro Paese ed è persino stata la seconda pietanza di questo tipo a ottenere un nome proprio. Prima di essa ad avere tale riconoscimento era stata solo la pizza Mastunicola, inventata da Mastu Nicola, Maestro Nicola. La leccornia era condita con sugna, formaggi e ciccioli di maiale. Risultava quindi poco digeribile. Per l’avvento della celeberrima Margherita bisogna attendere il 1889.
