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Perché i frutti di bosco sembrano finti su Instagram

Perché i frutti di bosco sembrano finti su Instagram

I frutti di bosco sono sempre più fotografati su Instagram, ma sembrano sempre, almeno in qualche modo, finti. Eppure è facile notare un filo conduttore che unisce naturale e artificiale, se si guarda bene.

Nelle famose bowl - ciotole in italiano - i frutti di bosco non possono più mancare, soprattutto quando una foto della creazione gastronomica deve finire su Instagram. More, lamponi e mirtilli sembrano aver conquistato nel tempo ogni profilo che si dedichi alla fotografia del cibo, accentuando un paradosso: gli scatti sono sempre più costruiti, l’aspetto quasi completamente artificiale, eppure gli ingredienti e i piatti scelti sono naturali, sani. In una strana deriva estetica, il cibo sembra diventare sempre più un prodotto, bellissimo, ma nulla di più.

Il segreto dei frutti di bosco su Instagram

Per arrivare a fare determinate considerazioni su questi temi è perfetto prendere come esempio i frutti di bosco e la loro ascesa tra il cibo più fotografato di Instagram. Bacche bellissime, sode, leggermente ricoperte di brina, illuminate alla perfezione. Talmente perfette, in effetti, da non sembrare quasi più un frutto ma quasi un’opera artificiale.

Cominciamo col dire che se i frutti di bosco hanno conquistato Instagram il motivo è abbastanza pratico: sono ricchi di dettagli, nonostante la dimensione ridotta, e il loro prezzo leggermente più alto rispetto agli altri frutti, che li rende particolarmente desiderati. Anche il colore fa molto, considerando la tavolozza di sfumature invernali fredde - tra l’azzurro e il viola - e la freschezza che trasmettono in estate.

Gioca un ruolo fondamentale anche l’effetto brina: nonostante il più delle volte i frutti di bosco siano acquistati freschi, gli instagrammer più esperti li mettono in freezer, fin quando sulla buccia non compare una sottile patina di cristalli di ghiaccio. La ricerca del migliore aspetto possibile, però, si mette a metà strada tra l’idea di un piatto concepito per essere mangiato e quella di un oggetto pensato solo per essere bello.

Com’è cambiata la fotografia del cibo

Uno degli aspetti cruciali per capire a fondo il fenomeno è l’evoluzione della fotografia: se si prende il libro di ricette Les Dîners de Gala di Salvador Dalí, scritto nel 1973, ci si accorge che le pietanze ritratte avevano uno aspetto «poco invitante», almeno per i nostri standard. Luci troppo intense, impiattamenti poco eleganti, troppi elementi inseriti quasi forzatamente in un’unica foto.

Di contro oggi anche i fotografi meno esperti hanno a disposizione delle ottime macchine fotografiche, set di luci praticamente professionali e tantissimi esempi da seguire. Il livello generale di questo tipo di fotografia è salito molto, al punto che oggi chi fotografa piatti e chi li compone deve trovare un modo per risultare speciale agli occhi dei migliaia di potenziali follower.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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