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Perché è così difficile perdere peso?

Perché è così difficile perdere peso?

Perdere peso può essere veramente veramente difficile, non è solo una sensazione: l’intero organismo lotta per renderci difficile mantenere la linea.

La scienza ha provato a spiegare perché sia così difficile perdere peso, e il risultato è molto interessante: sembra che il nostro corpo faccia di tutto per non farci perdere peso, o, per essere più precisi, per farcelo guadagnare il più velocemente possibile. Millenni di evoluzione in cui il cibo era una variabile strettamente legata alla sopravvivenza - con ancora zone del mondo in cui è così - hanno modellato il nostro organismo per sfruttare in maniera efficiente le sue risorse.

Diminuire le calorie non è sufficiente

In molti sostengono che per perdere peso sia sufficiente ridurre le calorie che introduciamo nel nostro organismo. Del resto è semplice: quando abbiamo la sensazione che il nostro grasso corporeo sia troppo cominciamo a mangiare meno, inducendo l’organismo ad alimentarsi con le riserve, il grasso appunto.

Arrivati al peso che riteniamo giusto torniamo a mangiare come prima, magari un po’ meno, e il gioco è fatto. Purtroppo non è così semplice: il nostro metabolismo cambia in base ai nutrienti disponibili, e quando si induce l’organismo a consumare i lipidi di riserva, questo comincia ad attuare diverse strategie per rendere la perdita di peso più difficile.

Perdere peso è una questione di ormoni

A coordinare questa serie di cambiamenti nel modo in cui funziona la nostra digestione sono gli ormoni, come la leptina, prodotta dalle cellule del grasso. Quando perdiamo queste cellule dimagrendo diminuisce anche l’ormone nel sangue. A questo punto il nostro cervello, l’ipotalamo in particolare, interpreta la diminuzione di ormoni in circolo come se stessimo letteralmente «morendo di fame». La conseguenza diretta è una maggior efficienza nella produzione di energia a partire dalle cellule grasse e un maggior senso di fame, due variabili che non aiutano a perdere peso.

Lo stomaco svolge una funzione simile con un altro ormone, la grelina, sostanza prodotta quando si rimane senza mangiare per diverse ore, segnale che il cervello interpreta facendoci provare un senso di fame. Una reazione simile avviene a livello del pancreas, che durante la dieta tende a produrre meno insulina, che facilita l’assimilazione del glucosio nel sangue, e meno amilina, un ormone che dà all’organismo senso di sazietà.

Quando i livelli di questi ormoni cambiano il cervello reagisce rendendoci più consapevoli del cibo che non abbiamo consumato, aumentando anche il senso di piacere che proviamo quando torniamo a mangiare. E la cosa peggiore è che gli ormoni possono impiegare anni a tornare a livelli stabili, anche dopo aver finito di seguire una dieta.

Un corpo più efficiente

Come se non bastasse l’aumento del senso di fame, quando le calorie assunte diminuiscono i muscoli tendono a diventare più efficienti, cambiando le fonti da cui ricavano energia: in presenza di grasso corporeo i muscoli bruciano sia lipidi che glucosio, ma in caso di dieta si concentrano prevalentemente sugli zuccheri. La cosa peggiore è che questo meccanismo non cessa di funzionare quando smettiamo di essere a dieta e riacquistiamo massa grassa.

Ovviamente quanto detto finora va inserito in un contesto in cui ogni essere umano ha un metabolismo unico nel suo genere: questo significa che non tutte le persone reagiscono allo stesso modo nonostante le condizioni di una dieta, per esempio, siano le stesse. L’unico consiglio valido in questo contesto è dimenticare le diete facili e veloci, molto meglio modificare gradualmente ma con costanza la propria alimentazione.


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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