Pentole in ghisa: come usarle al meglio (anche per fare il pane)

Le pentole in ghisa vengono utilizzate in cucina fin dall’antichità. Dopo che in tempi recenti la salubrità di alcuni rivestimenti è stata messa in dubbio, si è assistito a un ritorno alle origini. Pesanti e perfette per vari tipi di cotture (oltre che per diverse sorgenti di calore), scopriamo come usare le pentole in ghisa e di quale manutenzione hanno bisogno.

Cos’è la ghisa
La ghisa è una lega di ferro e carbonio utilizzata da centinaia di anni. Pensate che in alcuni siti archeologici della Val Camonica sono stati trovati dei forni per la sua lavorazione. In epoca più recente, nonne e bisnonne la utilizzavano per via della sua praticità e della sua robustezza.
Come usare le pentole in ghisa
Le pentole in ghisa trattengono e irradiano il calore alla perfezione e questo le rende adatte per le cotture più lunghe. Trattandosi poi di una lega di ferro, le pentole in ghisa si possono utilizzare su tutte le fonti di calore: gas, forno, induzione ma anche fiamma diretta e barbecue.
Sono adatte poi a diverse tecniche di cottura, da quelle più rapide, come grigliare la carne, a quelle più lunghe che coinvolgono arrosti e stufati. Per via della loro ottima conduzione del calore, consentono di ottenere una perfetta reazione di Maillard.
Le pentole in ghisa sono inoltre perfette per la cottura del pane. L’impasto va infatti posto all’interno e poi il tutto cotto in forno, con il suo coperchio. Si otterrà così una sorta di forno nel forno in grado di conferire alla pagnotta una crosta perfetta e una mollica estremamente morbida.
Come lavare le pentole in ghisa
Già sapere che questo tipo di pentole veniva utilizzato dalle nonne dovrebbe lasciare intendere che non sono poi così delicate. Basterà immaginare i loro comportamenti per capire come usare le pentole in ghisa in maniera corretta.
In primo luogo, trattandosi di pentole in ferro, sono soggette alla formazione di ruggine. Per questo motivo non vanno mai immerse in acqua e non vanno lavate in lavastoviglie. Per pulire le pentole in ghisa si può utilizzare una spugna non abrasiva e dell’acqua. Vanno poi asciugate alla perfezione e unte di olio, dentro e fuori, dopo ogni utilizzo. In questo modo, con il passare del tempo, le pentole in ghisa diventeranno sempre più antiaderenti.
In caso di sporco incrostato o di cattivi odori è possibile versare all’interno un paio di cucchiai di bicarbonato e un bicchiere di acqua, portare il tutto a bollore e poi fregare con una spugna. Si riuscirà così a rimuovere sporco e incrostazioni.
Tipi di pentole in ghisa
Al giorno d’oggi è possibile trovare diversi tipi di pentole e padelle in ghisa. Quelle più semplici hanno un aspetto rustico, sono di colore scuro e hanno una superficie porosa. Richiedono qualche attenzione in più per quanto riguarda la manutenzione ma sono pressoché indistruttibili.
Le pentole in ghisa smaltate invece sono un’invenzione relativamente recente. All’aspetto si presentano lucide e di diversi colori (a seconda della marca) e, a differenza delle precedenti, sono maggiormente antiaderenti. Inoltre possono andare in lavastoviglie e non sono soggette a formazione di ruggine. Di contro, occorre prestare attenzione al materiale utilizzato come smalto e optare solo per i marchi più affidabili.
Sono in molti a domandarsi se la ghisa fa male, spaventati da un materiale dall’aspetto così rustico. Le pentole in ghisa possono essere utilizzate in tranquillità, soprattutto quelle non smaltate. In cottura infatti non dovrebbero rilasciare sostanze tossiche ma, come nel caso delle pentole in ghisa smaltate, solo l’acquisto di prodotti di qualità ne può garantire la sicurezza alimentare.
