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Oltre il 95% delle aree marine in Italia è eccellente per la balneazione

Oltre il 95% delle aree marine in Italia è eccellente per la balneazione

Quasi la totalità delle aree marine per la balneazione in Italia supera le analisi delle acque e viene classificata eccellente.

Un ambiente sano e non inquinato non incide solo sulla salute degli ecosistemi, ma anche su quella dell’uomo. A tal proposito, circa 5mila chilometri di aree marine adibite alla balneazione in Italia risultano eccellenti su un totale di 5.300 chilometri. Il dato elaborato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente mostra come il 95,5% di queste zone costiere risultino sicure per scopi ricreativi.

Il 95,5% delle aree marine in Italia è eccellente per la balneazione
@envatoelements

La qualità delle aree marine per la balneazione in Italia

Il monitoraggio è durato dal 2019 al 2022. Nel corso di questi anni sono stati effettuati più di 30mila campionamenti lungo le coste dell’intero Paese. La qualità dell’acqua è stata valutata dal punto di vista sanitario e in alcune regioni, ovvero Puglia e Sardegna, il livello supera il 99%.

In alcuni casi le analisi hanno riguardato anche alcuni fiumi e laghi, soprattutto per quanto riguarda alcune regioni, come Lombardia, Piemonte e Trentino Alto Adige. Anche in questo caso è stata registrata una complessiva buona qualità dell’acqua, attestando l’Italia tra i Paesi europei con una migliore qualità della risorsa idrica. Della porzione restante di aree marine, il 2,7% risulta di buona qualità, mentre solo lo 0,8% è classificata come “sufficiente” o “scarsa”.

I parametri

Il monitoraggio sulla qualità delle aree marine adibite alla balneazione in Italia è frutto della direttiva comunitaria 2006/7/CE. Quest’ultima stabilisce le norme per la classificazione delle acque destinate ad uso ricreativo e le divide in quattro classi (eccellente, buona, sufficiente e scarsa). Il monitoraggio è stato condotto su alcuni parametri microbiologici.

Nello specifico, sono state analizzate le concentrazioni di Escherichia coli e la presenza di enterococchi intestinali. Questi ultimi sono considerati un indicatore della contaminazione fecale dell’acqua. Le percentuali di qualità si riferiscono solo al complesso delle aree monitorate e lascia fuori alcune zone costiere non prese in esame, come ad esempio quelle interessate da porti, basi militari o aree protette.

Altri indicatori

Sotto sorveglianza sono anche alcune specie algali ritenute potenzialmente tossiche per i bagnanti, come ad esempio la microalga bentonica Ostreopsis cf. ovata. Invece, per quanto riguarda le alghe negli ambienti lacustri, sono sotto osservazione i cianobatteri (particolari batteri fotosintetici chiamati anche “alghe azzurre” per via della loro colorazione che spazia dall’azzurro al rosso).

Il lavoro di monitoraggio non è ancora concluso. Infatti, è già iniziato da diverse settimane il prelievo dei campioni e proseguirà per tutto il periodo estivo 2023. Le analisi e i relativi esiti sono eseguiti dalle singole Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente. Successivamente, i dati sono consultabili anche sul portale “Acque” del Ministero della Salute.

Attenzione all’inquinamento

La qualità delle aree marine per la balneazione in Italia risulta in molti casi eccellente dal punto di vista sanitario. Non sempre si può dire lo stesso dal punto di vista ambientale. Infatti, sono ancora tanti i casi di inquinamento che riguardano sia le coste che le acque dolci interne. Bisogna ricordarsi che l’acqua non è solo un elemento ricreativo ma è fondamentale per la vita.


Emmanuele Occhipinti
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Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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